“La sanità sarda funziona e regge?”. Se lo domanda un volontario del 118 che racconta l’odissea di tanti operatori delle associazioni che vedono, subiscono in silenzio, ma iniziano a rompere quel muro di silenzio sulla sanità e sull’emergenza Covid.
“Mi trovo qui al Santissima Trinità – racconta in un messaggio indirizzato all’Assessore della Sanità Mario Nieddu – sono le 23:00 e sono presente dalle 20:00. Ho dato il cambio ai colleghi del giorno che erano fermi qui dalle 13:30. Siamo arrivati a quota 14. Quattordici sono le ambulanze ferme che aspettano che il pronto soccorso prenda in carico i propri pazienti. Ho saputo poco fa che una squadra di colleghi é andata via da qui alle 19:30 dalle 7:00 del mattino che sono arrivati”.
Lo sfogo è duro, amaro, come la realtà del Pronto soccorso dell’ospedale di Is Mirrionis, dove “una di queste ambulanze ferme é una unità medicalizzata. Un’altra unità di base é parcheggiata all’esterno, nella via Is Mirrionis, con a bordo il paziente. Gli infermieri del triage devono uscire in strada per valutarlo ogni tanto. Dentro non c’è un posto. Stanno iniziando a girare sul web foto e video della situazione attuale che, ultimamente, é la stessa tutti i giorni”.
“Operano in silenzio i volontari, stanno fermi ore ed ore dentro quelle tute bianche, con maschere, occhiali, senza poter bere un bicchiere d’acqua, fare plin-plin, mangiare un tramezzino. Ore sotto il sole, lontani dalle famiglie, a rischiare il contagio per cosa? Per arrivare poi al ‘collo di bottiglia’ che è il pronto soccorso del Santissima, dove le ambulanze sono costrette alla fila in strada. Ogni sera quella fila sembra crescere a dismisura. La notte si raggiunge il picco. Non vogliamo pensare che si preferisca portare i pazienti di notte per sottrarre le ambulanza agli occhi indiscreti dei giornalisti e dei passanti. Non vogliamo pensarlo”.
Crediamo come il volontario del 118 che “la colpa non è dell’ospedale, la colpa non è nostra. Non è dei pazienti, quindi la cerchia si restringe. Allora di chi è questa colpa? Qui al Santissima Trinità si accompagnano i pazienti febbrili o positivi, negli altri vengono convogliati tutti gli altri con altri problemi, alla facciaccia di chi dice che il virus non esiste, di chi dice che gli altri problemi non esistono più, che è tutto Covid e quindi il resto passa in cavalleria!”, prosegue lo sfogo del volontario.
“Si sta parlando di mettere in attività il Binaghi – prosegue rivolgendosi all’assessore Nieddu – e siccome la politica è sempre in mezzo a queste cose (e non dovrebbe), chissà quanto ci vorrà ad attivarlo! Abbiamo uno spazio Fiera gigantesco. Cosa aspettiamo ad allestirlo? Abbiamo la Croce rossa e la Protezione Civile che possono montare non so quanti ospedali da campo in due ore, abbiamo gli spazi per farlo. Cosa manca, i soldi? La Regione i soldi li ha, l’Ats lo stesso e non osi dirmi il contrario! Cosa aspettiamo?”.
C’è chi sostiene che “ci sono spostamenti di reparti in gran segreto grazie al fatto che nessuno può entrare a vedere e nessuno parla perché rischia il posto o una denuncia”. Bene si, questo è accaduto anche a noi raccogliendo le testimonianze degli operatori sanitari, medici compresi. Tutti parlano ma nessuno denuncia perché, dicono, “si rischia il posto di lavoro”.
Però inizia a venir fuori il malcontento e i sussurri vengono documentati. La situazione questo pomeriggio al Santissima Trinità era questa: “C’erano 9 ambulanze di cui due mike (medicalizzate). Ora le mike son 3 e c’è anche l’india (con l’infermiere a bordo). In totale siamo 15 mezzi con altrettanti pazienti. All’ora di pranzo sono andate via 3 ambulanze, una era qui dalle 17:30 di ieri, una dalle 21 e la terza dalle 2 di stanotte. Menomale che “la sanità sarda REGGE”! Assessore. Io mi auguro vivamente che, in futuro, non ci sia più nessuno così altamente INCOMPETENTE a gestire queste cose. E soprattutto che non dica la sua stessa frase quando già la sanità sarda é compromessa da molto prima del Covid che sembra quasi arrivato come il cacio sui maccheroni a dimostrare che la sanita sarda NON REGGE!”.