“Abbiamo un’evoluzione critica dei numeri di contagiati giornalieri, di sovraccarico dei servizi sanitari a partire dalle strutture di ricovero e dei reparti di terapia intensiva e malattie infettive e del territorio. Con l’attuale evoluzione dell’indice di trasmissione le strutture sanitarie, soprattutto in alcune regioni, rischiano di giungere alla saturazione. Per questa ragione è indispensabile, urgente e prioritario rafforzare la medicina territoriale, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta”.
Ad affermarlo in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Rispetto ai trasporti bisognerebbe “evitare picchi di concentrazione. Si sarebbe dovuto intervenire a livello locale ben prima di arrivare all’apertura delle scuole. Le ore che i nostri ragazzi passano a scuola sono in un contesto relativamente sicuro, i rischi li corrono prima di entrare a scuola e quando escono”. In ogni caso “si deve rispondere a esigenze di un sistema sanitario e scolastico nazionale affetto da malattie antiche. In emergenza non si creano strutture nuove, ma si governa la situazione con le risorse disponibili”. In questo momento “in attesa del vaccino, le vere uniche armi sono mascherine, distanziamento, igiene. E poi bisogna respingere i terroristi della comunicazione”.
Non sempre, gli viene detto, le indicazioni del Cts vengono seguite: “Noi esprimiamo pareri tecnici – risponde – ma il Covid-19 non è solo una emergenza sanitaria, ha implicazioni complesse. Il solo parere degli esperti del Cts non è sufficiente per prendere decisioni di carattere politico generale”. Come intervenire sul problema di diagnostica e tracciabilità? “Ogni possibile struttura sanitaria attiva sul territorio incluso il volontariato civile, le risorse militari o altro deve essere messa in campo”.