Dopo le bufale circolate in questi mesi a tema coronavirus c’è ora una nuova, fuorviante arma utilizzata dai negazionisti, e cioè quella della netta distinzione tra malattia e infezione.
“Chi ha il virus – dice il negazionista convinto – ma è asintomatico…allora non è malato. L’aumento del numero dei casi positivi non dovrebbe quindi destare preoccupazione – secondo loro –, proprio perché queste persone ‘non malate’ sarebbero da considerare dei ‘portatori sani’ del Covid-19”.
C’è un’ovvia e lapalissiana considerazione da fare su questo punto: se il virus circola, di conseguenza i casi di ricovero in ospedale inevitabilmente aumenterebbero, aiutati dal contagio degli asintomatici, e aumentando quindi in modo esponenziale anche il rischio di occupare preziosi posti in terapia intensiva.
Un altro fattore importante, come ricorda Enrico Bucci sul Foglio è che “se un soggetto infettato dal virus non percepisce sintomi di rilievo dall’inizio alla fine dell’infezione non significa affatto che quel soggetto non stia subendo un danno, la cui rilevanza potrebbe divenire apparente ben dopo la guarigione”.
“La presenza di queste lesioni polmonari – spiega Bucci – desta preoccupazione, perché esse potrebbero costituire un ovvio fattore di rischio predisponente ad altre condizioni. Fra le tante possibili ricadute dannose, per fare un esempio concreto, vi è la possibilità di un accresciuto rischio di eventi infausti per quei soggetti con danno polmonare subclinico da Covid-19 che dovrebbero sottoporsi a radioterapia toracica, come descritto in un lavoro pubblicato pochi giorni fa. Non solo i polmoni, ma anche il cuore dei soggetti asintomatici può subire danni, la cui durata si estende ben oltre quella dell’infezione”.