La situazione degli aeroporti
“Come attori della filiera turistica contavamo in un settembre positivo almeno rispetto all’anno che stiamo vivendo, ma questo sarà molto difficile”, comunicano da Geasar, la società di gestione del Costa Smeralda di Olbia, in relazione all’ordinanza regionale che introduce l’obbligatorietà dei controlli sanitari per chi entra in Sardegna.
“Stiamo cercando di capire con esattezza cosa prevedono l’ordinanza è la nota esplicativa”, commentano dallo scalo gallurese. “Non entriamo nel merito della scelta e non discutiamo la necessità di effettuare i controlli, ma serve capire cosa sia obbligatorio e cosa no”. Nel frattempo, concludono, “d’accordo con gli altri aeroporti stiamo continuando a operare come fatto sinora, fornendo informazioni su quel che prevedono le leggi”. Poche parole dal management di Sogeaal, che gestisce il Riviera del corallo di Alghero. “Siamo in attesa di sviluppi, no comment”.
Porti attendono direttive prefetti
Per ora le procedure di verifica delle condizioni di salute dei passeggeri che arrivano in Sardegna via mare sono ancora gestite a bordo dalle compagnie marittime. Per capire come e quando lo scenario potrà cambiare, almeno nel Nord Sardegna, sulla base della paventata obbligatorietà dei controlli contenuta nella recente ordinanza regionale, occorrerà attendere il confronto previsto per i prossimi giorni tra i prefetti di Sassari e Nuoro e i vertici territoriali della Marina, che sovrintendono alle attività portuali lungo il tratto di costa compreso tra Alghero e Siniscola.
Di sicuro occorrerà un chiarimento perché, sebbene i diretti interessati si guardino bene dall’esprimere qualsiasi commento, è singolare che sia un’autorità regionale a disporre che le Capitanerie diano attuazione a quanto prescritto dall’ordinanza e chiarito nella nota esplicativa. Questo è l’unico elemento che trapela dietro una cortina di “no comment” che, come nel caso degli aeroporti, è denso di attesa per capire esattamente come finirà l’intera vicenda.
Federalberghi: “Pioggia di disdette, serve più chiarezza”
“Non abbiamo ancora numeri, ma il danno è registrabile e potrà essere verificabile già nei prossimi giorni. Molti stanno rinunciando anche a costo di perdere il biglietto aereo o della nave, pur di non rimanere bloccato in Sardegna tra mille incertezze”. Così il presidente regionale di Federalberghi, Paolo Manca, sul ‘caos’ che si è venuto a creare con l’entrata in vigore dell’ordinanza della Regione che impone l’obbligatorietà dei test sanitari per chi arriva nell’isola.
“Solo oggi ci sono state segnalate centinaia di richieste di spostamenti e di disdette – rileva Manca – è ancora difficile quantificare ma il trend è molto complesso. I tempi tra l’emanazione e l’attuazione della norma sono molto ridotti e nell’incertezza molti stanno rinunciando alle vacanze nell’isola”. Per non parlare delle prospettive. “Questa situazione ha completamente bloccato le nuove prenotazioni e sta creando incertezza su quelle in essere per le prossime settimane, molti non intendono correre il rischio di rimanere bloccati qui, tanto più che non è chiara tutta la parte della gestione in caso di positività”.
Addirittura chi dispone di strutture anche in altre destinazioni, oltre alla Sardegna, sta deviando i propri clienti verso altre mete. “Vogliono evitare problemi, specie per i gruppi, che in questo periodo dell’anno sono la maggior parte degli arrivi”, spiega Manca. Quanto ai tour operator, poi, c’è un altro problema. “Stanno tutelandosi e accertando che le loro classiche coperture assicurative non debbano rispondere di questo nuovo scenario – dice – e questo è un problema ulteriore, perché disincentiva ulteriormente le persone a venire nell’isola. C’è necessità di indicazioni precise, stiamo provando a fare quel che possiamo ma è sempre più difficile”.
Confindustria: “Serve chiarezza”
“Non vogliamo alimentare nessuna polemica e non siamo in contrasto con la Regione nell’intento di tutelare la salute dei sardi, ma abbiamo bisogno di risposte chiare”. Nicola Monello, presidente della sezione Turismo di Confindustria Centro Nord Sardegna, interviene sul tema dei test sanitari obbligatori per chi entra in Sardegna, tra ordinanze, note esplicative e contraccolpi patiti dal comparto proprio in questi ultimi scampoli di stagione estiva.
“Rimane sempre dubbio l’aspetto principale di questa ordinanza – dice Monello – c’è o no l’obbligatorietà di fare un test nelle successive 48 ore dallo sbarco? La nota esplicativa prevede che i passeggeri sprovvisti possano mettersi in regola entro le 48 ore successive, facendo desumere la volontarietà e non l’obbligatorietà, ma più avanti si indicano i soggetti esclusi dell’obbligo”.
Un equivoco centrale e da risolvere alla svelta, chiede il responsabile degli operatori turistici che fanno capo alla galassia territoriale di Confindustria, perché “dobbiamo sapere con chiarezza cosa rispondere alle centinaia di telefonate che stiamo ricevendo”. Tra l’altro “nel provvedimento non si fa riferimento esplicito a eventuali sanzioni”, evidenzia ancora Monello. “Per tutti sono stati mesi travagliati, l’auspicio è che le ultime settimane della stagione portino numeri positivi per l’intero comparto”.
Deputati Pd: “Disastro prevedibile”
“Quando si utilizza un’emergenza solo per fare propaganda e non per risolvere problemi non si può che arrivare a questo disastroso risultato”. Così i tre deputati sardi del Pd Gavino Manca, Romina Mura e Andrea Frailis, sui disagi in porti e aeroporti nel primo giorno di entrata in vigore dell’ordinanza di Solinas che prevede test obbligatori per chi entra in Sardegna. “Invece di garantire sicurezza – spiegano – è stata alimentata soltanto una situazione di grave incertezza che non può che penalizzare la nostra Regione e scoraggiare chi deve arrivare”. “Eravamo stati facili profeti – ricordano – a denunciare il fatto che l’ordinanza del presidente della Regione Solinas fosse un pasticcio che avrebbe creato solo caos, ed è quanto sta accadendo oggi in Sardegna, in particolare all’aeroporto di Elmas”. Poi un appello al governatore: “Riprenda, Solinas, la strada della collaborazione con il governo e abbandoni iniziative sconclusionate”.