“A chi verrà data, questa volta, la colpa della pioggia dal soffitto della biblioteca del distretto biomedico-scientifico? Al Covid-19, forse? O magari genericamente alla sfortuna che si porta dietro il 2020?” Lo scrive l’associazione universitaria Reset UniCa, tramite un comunicato stampa.
“La struttura – spiegano gli studenti – chiusa da tre anni per consentire i lavori di messa in sicurezza, ha dimostrato a poco tempo dalla riapertura tutte le sue criticità: piove sui banchi, dietro i tavoli del personale amministrativo, piove insomma sul bagnato”.
“Abbiamo chiaramente segnalato il disservizio agli uffici competenti – si legge ancora – che erano già a conoscenza di quanto stesse accadendo; ma ci chiediamo che fine abbiano fatto i tanti buoni propositi che ci sono stati forniti quando abbiamo richiesto maggiore sicurezza negli impianti universitari. Eppure l’anno scorso eventi simili non sono mancati: l’allagamento della biblioteca di giurisprudenza ne è l’esempio, così come il crollo di alcuni tubi nella stessa Cittadella Universitaria di Monserrato su un corridoio, o il perpetuarsi delle condizioni vergognose in cui versa il Palazzo delle Scienze”.
“Perché, insieme alle foto del murale di Manuinvisible, nella campagna social di iscrizioni del nostro Ateneo, non compaiono anche queste difficoltà?” chiede ancora Reset UniCa. “Perché non viene spiegato alle future matricole quali sono i rischi alla propria incolumità quando si frequentano i locali universitari durante un comune acquazzone? Quel che è certo è che esistono delle responsabilità da attribuire a chi deve preoccuparsi della manutenzione degli edifici, in chi mette la sicurezza in secondo piano e nelle istituzioni statali che lasciano UniCa a sé stessa. Ci sarà da fare un gran lavoro per cambiare la mentalità che sembra albergare negli organi accademici di tutti i livelli. Un lavoro che non è mai stato fatto adeguatamente in passato, che stiamo provando a portare avanti da un anno a questa parte e che deve continuare con ancora più forza e determinazione da qui a venire”.
“Continuiamo a impegnarci – conclude il comunicato –insieme affinché nessuno venga lasciato indietro. Magari senza neanche un ombrello”.