Nel 2018 il valore della mobilità sanitaria in Sardegna, ovvero le persone che si spostano tra l’Isola e le altre regioni per essere curate, registra un saldo negativo pari 90,4 milioni, rispetto al valore nazionale di oltre 4,6 miliardi di euro come deciso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 31 marzo 2020.
Nel dettaglio il report dell’Osservatorio Gimbe “La mobilità sanitaria interregionale nel 2018” evidenzia che l’Isola vanta crediti per 19.178.304 euro mentre ha crediti verso le altre regioni per 111.230.403 euro. Per quanto riguarda la mobilità attiva la Sardegna risulta essere penultima nella classifica nazionale, dietro alla Calabria e davanti alla Valle d’Aosta, mentre le sei Regioni con maggiori capacità di attrazione vantano crediti superiori a 200 milioni sono la Lombardia (26,1%) e l’Emilia-Romagna (13,9%) che insieme drenano il 40% della mobilità attiva. Un ulteriore 31,9% viene attratto da Veneto (9,6%), Lazio (8,5%), Toscana (8,1%) e Piemonte (5,8%). Il rimanente 28,1% si distribuisce nelle altre 15 Regioni e Province Autonome, oltre che all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (€ 244,7 milioni) e all’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (€ 43 milioni).
Nella classifica della mobilità passiva, guidata da Lazio (13%) e Campania (10,5%), la Sardegna è 16/a. “Con questo indicatore elaborato dalla Fondazione Gimbe – spiega il presidente Nino Cartabellotta – la classifica dei saldi si ricompone dimostrando che, al di là del valore economico, gli importi relativi alla mobilità sanitaria devono sempre essere interpretati in relazione alla popolazione residente”.