In questi giorni i sardi stanno avendo un assaggio di cosa significa essere i negri d’Italia.
Ne parlava già Gramsci cento anni fa quando spiegava l’ideologia della “palla al piede” secondo cui la Sardegna (e poi per estensione la Sicilia e il Mezzogiorno) sono un peso morto per il nord ricco e produttivo. Ideologia che, tanto per inciso, era già da allora veicolata anche dalla sinistra, dal partito socialista, dagli intellettuali progressisti.
Dopo averci costretti a tenere i collegamenti aperti, dopo averci imposto di accogliere migliaia di ricchi facoltosi del nord, proprietari di seconde case, dopo averci imposto un lockdown indifferenziato come fossimo Milano o Bergamo, dopo averci imposto una apertura altrettanto indistinta senza neppure possibilità di fare controlli o di filtrare in qualche modo e dopo aver permesso, sempre ai soliti riccastri nordici, di ammassarsi senza ritegno nei loro resort e nei loro locali di lusso preferiti, ora i loro “intellettuali” e i loro “rappresentanti politici” hanno il coraggio di dipingere la Sardegna come una “bomba virale” che mette a rischio la salute degli italiani.
Ciò nonostante i contagi siano avvenuti prevalentemente tra italiani, prevalentemente in località turistiche di lusso a cui è stato concesso di tutto e ciò nonostante ai sardi sia stato impedito di celebrare persino le proprie feste popolari.
Siamo i negri d’Italia. É l’ideologia della palla al piede applicata al tempo del Covid-19.
É l’ideologia di chi formalmente ti riconosce umano e uguale a lui (non sono razzista ma, I sardi sono italiani ma) ma alla fine esprime in tutta la sua bassezza il diritto di essere padrone. La Sardegna (e i sardi dentro) é loro. Se le cose vanno bene, tornano a Roma o Milano e raccontano delle belle spiagge, degli indigeni di poche parole ma ospitali, del porceddu ecc.. Se le cose vanno male, allora leggiamo e sentiamo gli articoli e i servizi di questi giorni sulla Sardegna “bomba virale” ecc..
Molti sardi si illudono di fare la pace coi lupi, per esempio Solinas ha creduto che prendersela con negri ancora più negri di noi, potesse valere a catalizzare l’insito razzismo agente nella cultura dei padroni e padroncini italiani. É una illusione che qualifica chi la veicola.
Come dimostrato non è così. La Sardegna è e sarà sempre la palla al piede d’Italia, i sardi sono e saranno sempre i negri d’Italia, anche se si vestono bene, parlano senza accento e si dimostrano servili verso i loro padroni.
È una lezione di cui dobbiamo fare tesoro..
L’opinione di Cristiano Sabino