Il Museo Deleddiano, la Casa Garibaldina, la Stazione dell’Arte e il Museo del Canto a Tenore, sono solo alcuni delle attrazioni più singolari e interessanti offerti dalla Sardegna.
I musei da visitare sono numerosi, conservano testimonianze di momenti storici decisivi per il nostro Paese, raccontano la vita di personaggi illustri protagonisti del panorama culturale italiano e internazionale, e permettono di scoprire peculiarità artistiche della nostra isola.
Per questo in ogni itinerario di viaggio, oltre a passeggiate al mare, camminate lungo i sentieri panoramici e gite alla scoperta di nuraghi, pozzi sacri e tesori artistici e architettonici, senza dubbio qualche ora deve essere dedicata ai musei più caratteristici della Sardegna.
Museo Deleddiano
Il museo Deleddiano ha sede a Nuoro, nella casa natale della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda, che vi abitò fino al giorno delle nozze. Successivamente venduta ma poi acquistata dal Comune di Nuoro nel 1968, la casa custodisce un gran numero di oggetti personali, foto, manoscritti e documenti appartenuti alla scrittrice.
La visita al museo Deleddiano non è solo un modo per conoscere la vita della Deledda e il contesto storico nel quale ha vissuto, ma anche per comprendere e cogliere appieno il forte legame tra l’autrice sarda e la sua terra.
Compendio Garibaldino di Caprera
Giuseppe Garibaldi trascorse gli ultimi anni della sua vita in una struttura immersa nel verde nell’isola di Caprera, nell’Arcipelago della Maddalena. La casa garibaldina continuò ad essere residenza della famiglia fino al 1959 e divenne poi museo nel 1978.
Il Compendio Garibaldino è un luogo unico e suggestivo permeato di storia e perciò meta di visitatori curiosi e appassionati provenienti da ogni parte del mondo. Si sviluppa intorno ad un cortile al centro del quale si trova il pino che Garibaldi, nel lontano 1867, piantò per la nascita della figlia Clelia ed include la semplice e rurale Casa Bianca e altri edifici adibiti a fattoria.
È proprio avanzando all’interno della Casa Bianca che è possibile osservare ritratti di famiglia, cimeli e oggetti di grande valore affettivo, oltre al vestiario caratteristico dell’Eroe dei Due Mondi.
Casa Gramsci
Sempre sul filone delle case appartenute a personaggi celebri, divenute poi musei, merita di essere menzionata anche la Casa Museo di Antonio Gramsci a Ghilarza.
Visitare Casa Gramsci significa avere la possibilità di ripercorrere le fasi più importanti della vita del politico sardo. Tra gli ambienti più apprezzati ci sono la biblioteca che ospita circa tremila volumi sulla storia del movimento operaio e il pensiero gramsciano, e l’Archivio multimediale della Casa Museo, dove sono conservate le testimonianze di quaranta personaggi che ebbero l’opportunità di fare la conoscenza di Gramsci e della sua umanità.
Stazione dell’Arte
L’arte di Maria Lai viene celebrata in un’esposizione nell’ex stazione ferroviaria di Ulassai, in cima ad un colle sui Tacchi d’Ogliastra. Qui si può ammirare una collezione di oltre 150 opere donate dall’artista al suo paese natale, tra le quali incantano Atlante. Mondo scucito, Il dio distratto e La notte dei mondi scuciti.
Nel parco della Stazione dell’Arte vi è inoltre l’originale opera dedicata da Maria Lai ad Antonio Gramsci.
Museo Nivola
Lo scultore Costantino Nivola nacque a Orani nel 1911 ed è proprio in questo paese che sono custodite più di 200 opere dell’artista esponente del modernismo del XX secolo. Inizialmente l’esposizione ha posto l’accento sull’opera scultorea di Nivola con la serie delle Madri e delle Vedove ma, poi, è stata arricchita di piccole opere in terracotta risalenti agli anni Sessanta e Settanta, produzioni pittoriche e modelli per progetti pubblici.
Il Museo delle Maschere Mediterranee
Il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada, oltre a far conoscere meglio le sue maschere tradizionali, ha anche l’ulteriore obiettivo di approfondire il legame tra le tradizioni sarde e quelle di altre regioni mediterranee e mostrarne similitudini e punti in comune.
Durante il percorso all’interno del museo si possono scoprire maggiori dettagli sulle origini e la storia delle figure del Carnevale di Mamoiada e del Carnevale barbaricino, le maschere di legno, l’abbigliamento e gli oggetti che le accompagnano nelle sfilate. Ma è nella sala del Mediterraneo, dedicata ai carnevali dell’arco alpino, della penisola iberica e di quella balcanica, che è possibile notare le analogie con le tradizioni sarde.
Museo dell’intreccio mediterraneo
Il Museo dell’intreccio mediterraneo di Castelsardo è davvero unico nel suo genere: la vasta esposizione di pezzi della cestineria di Castelsardo si trova infatti dentro alla fortezza dei Doria, un tempo baluardo strategico genovese in Sardegna. Ma l’esposizione è eccezionale anche per il numero elevato di manufatti che la compongono e per l’affascinante percorso museale che mostra le tecniche di intreccio e gli ambiti d’uso delle varie lavorazioni.
Museo multimediale del Canto a Tenore
Patrimonio Immateriale dell’UNESCO dai primi anni 2000, il canto a tenore ha un museo multimediale dedicato nel centro di Bitti, in un’ala del museo della Civiltà contadina e pastorale. Si tratta di un luogo innovativo concepito per essere un centro per lo studio e la valorizzazione del canto polifonico, meta al tempo stesso di studiosi e di visitatori che, grazie ai materiali multimediali presenti nelle quattro sale del museo, possono riscoprire le origini agropastorali del canto a tenore e coglierne le numerose sfumature.
Museo del banditismo
Il caratteristico borgo di Aggius, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, per secoli è stato il fulcro del banditismo gallurese. Non è quindi un caso che il museo del banditismo sorga proprio ad Aggius, nel palazzo della vecchia Pretura. Una scelta fatta, però, non con l’intenzione di esaltare la figura del bandito, ma di rendere note le storie e i misfatti dei protagonisti di questo fenomeno criminale a fini educativi.
Museo del carbone
Il sito minerario di Serbariu, frazione di Carbonia, tra gli anni ’30 e ’50 ha rappresentato una risorsa energetica di vitale importanza per tutta l’Italia ed è stato un vero e proprio propulsore per l’economia del Sulcis fino alla cessazione delle attività. In seguito ad interventi di recupero e valorizzazione che hanno reso possibile la fruizione degli edifici del complesso minerario, ha visto la luce l’odierno Museo del Carbone.
Il museo è composto dalla lampisteria, la galleria sotterranea e la sala argani. Nel primo ambiente c’è l’esposizione permanente sulla storia del carbone, della miniera e della città di Carbonia dove è possibile apprezzare la collezione di lampade da miniera, oggetti di lavoro, fotografie, documenti, filmati e interviste video.
Di grande impatto visivo è poi l’allestimento della galleria sotterranea con attrezzi e macchinari d’epoca. Nella sala argani, infine, si possono ammirare le maestose ruote dell’argano che, nei pozzi, permetteva il movimento delle gabbie per il trasporto dei minatori e delle berline per il carbone.
Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio.
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