Nella foto Franco Magi

Le sedute video dei Consigli comunali sono indisponibili, perfino ai Consiglieri stessi.

“Queste le conclusioni amministrativamente deliranti del responsabile per la trasparenza, che con propria nota ha negato l’accesso ai video degli ultimi Consigli comunali (che, proprio in omaggio alla trasparenza, non vengono più pubblicati) – scrive su Facebook il Consigliere Comunale Franco Maggi – ma mai nessuno avrebbe potuto anche lontanamente pensare che l’accesso agli atti fosse negato perfino ai Consiglieri comunali”.

“Queste le motivazioni bislacche offerte dal responsabile della trasparenza “in alcuni dei relativi video sono contenute anche conversazioni private, estranee alle sedute consiliari, carpite agli interessati verosimilmente per un disguido tecnico in un momento di sospensione della seduta e senza che gli interessati ne fossero consapevoli”, ovvero “l’acquisizione di tali conversazioni potrebbe essere considerata illegittima e sarebbe senz’altro illegittima una loro diffusione, che costituirebbe illecito ed esporrebbe a conseguenze penali, civili ed amministrative”, prosegue Maggi.

Tutto ciò a seguito della nota del 10/08/2020 a firma dei Consiglieri Marco Zaccheddu, Giacomo Mallus, Vittorina Baire, Gianfranco Littarru, Giuseppe Fiume, Alice Aroni, Roberta Marcis, Fabrizio Cau e Armando Farigu, che si opponevano alla consegna.

“Giova ricordare al responsabile della trasparenza che, contrariamente a quanto affermato, non è stata “carpita” agli interessati alcuna conversazione estranea, posto che la registrazione è quella ufficiale del Comune di Capoterra e le riprese audio/video sono state effettuate in una sede istituzionale (sala consiliare). E’ appena il caso di rilevare come le affermazioni secondo cui “una loro diffusione, che costituirebbe illecito ed esporrebbe a conseguenze penali, civili ed amministrative” sono ridicole e destituite di ogni fondamento logico e giuridico, e rappresentano soltanto la malcelata esigenza di nascondere quanto accaduto realmente in Aula consiliare (non nelle abitazioni private di ciascuno)”, conclude Franco Maggi.