Potrebbe esserci la mano di Israele dietro le due esplosioni avvenute martedì pomeriggio nella zona portuale della capitale libanese. Lo riferiscono fonti di Hezbollah.
Le due esplosioni che ieri pomeriggio hanno devastato Beirut potrebbero essere il frutto di un piano di sabotaggio di Israele. Lo riporta l’agenzia italiana Adnkronos citando fonti di Hezbollah.
Il partito sciita del Libano ritiene possibile una responsabilità israeliana nelle potenti deflagrazioni esplose nel deposito 12 del porto della città, dove probabilmente erano immagazzinati fuochi d’artificio.
Dal canto suo Israele, poco dopo l’incidente, ha offerto aiuto umanitario ed assistenza medica al Libano. In un tweet delle Forze Armate si legge l’invito a “trascendere il conflitto”, con riferimento alla tensione permanente fra i due paesi dopo il conflitto armato del 2006.
Under the guidance of the @Israel_MOD and @IsraelMFA, Israel has offered to send humanitarian & medical assistance to Lebanon via security and international channels.
This is the time to transcend conflict. pic.twitter.com/tUvGFTGBeR
— Israel Defense Forces (@IDF) August 4, 2020
Nella versione ufficiale sarebbero esplose a causa di un incendio 2.750 tonnellate di nitrato di sodio, sequestrato un anno fa ad una nave e depositato nel magazzino. La più violenta deflagrazione ha causato un’onda d’urto per circa 10 chilometri, che ha distrutto molti palazzi nei pressi del deposito. Secondo le stime del ministero della Salute ci sarebbero circa 100 morti e oltre 3.000 feriti.
Fonte Sputnik.com