L’elaborato è già pronto: si legge e si ripassa prima del grande giorno. Mercoledì 17 si parte per entrare nella storia con il primo esame di stato che deve fare i conti con il coronavirus: solo un colloquio, basato anche sul lavoro scritto effettuato nelle scorse settimane dagli studenti per dimostrare di avere le carte in regola per la ‘maturità’. Stamattina l’insediamento in Sardegna delle 385 commissioni d’esame con l’estrazione della lettera per decidere i turni delle interrogazioni.

Dovranno valutare un esercito di ragazzi, circa tredicimila: 12.292 candidati interni e 388 esterni. Nell’Isola non ci sono stati problemi per la nomina dei presidenti come successo in altre regioni. “Per il momento è andato tutto secondo i piani – conferma all’ANSA il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani – Naturalmente aspettiamo il giorno dell’esame per un bilancio complessivo, ma ci siamo preparati bene anche noi per far sì che tutto possa andare per il meglio”. Dal punto di vista logistico situazione regolare. “Tutte le strutture sono idonee”, spiega Feliziani. Insomma non c’è stato bisogno di ricorrere a soluzioni “creative” come palestre esterne o cortili.

Non ci saranno come in passato le fughe di notizie legate alle tracce d’esame. E neanche la lotta contro l’uso degli smartphone durante le prove. Ma c’è sempre il pericolo ‘fake news’ comunque in agguato. E quindi via alla campagna della Polizia di Stato contro bufale e leggende legate agli esami.
Anche perché le tante notizie contrastanti circolate in questi mesi stanno confondendo i ragazzi.