Piccola città incastonata in una delle perle del Mediterraneo abitata da ultracentenari che inducono scienziati di fama a tentare di scoprire l’arcano della longevità.
Chilometri di spiaggia a dieci minuti dal centro, parchi e giardini , musei ricchi di storia, con “La madre dell’ucciso” a ricordare, grazie a Francesco Ciusa, la potenza comunicativa dell’arte, proprio qui, dentro “I giardini pubblici”del capoluogo.
“La Rinascente” sistemata in un palazzo d’altri tempi regala una cascata di luci e emozioni ogni Natale, a un passo dal porto, dove è incantevole passeggiare a ogni ora di ogni stagione.
Eppure qualcosa si è spezzato a Cagliari, nel suo rapporto con la variegata umanità che la anima anche a fatica, talvolta…
Lo dicono i rifiuti abbandonati in ogni dove, fino a formare vere discariche a cielo aperto.
Lo dicono anche le strisce pedonali e i marciapiedi, con le auto e le moto spalmate sopra.
Le Istituzioni sembrano accorgersi poco del malessere che allontana la gente dalle urne elettorali e gli studenti dalla scuola.
La Sardegna è prima in Italia per abbandono scolastico.
I tentativi di ricucire il legame tra i cittadini e la classe politica procedono lentamente e, apparentemente, senza una visione d’insieme dei bisogni e delle soluzioni, più con i divieti per alcuni e le concessioni di privilegi a pochi altri, che con azioni sociali mirate a colmare le aspettative legittime degli elettori.
Inoltre i governanti della città parrebbero poco inclini a considerare risorsa preziosa il dibattito e le proposte dei cittadini volti a tutelare la salute di tutti.
Da anni il Comitato “Rumorenograzie” chiede l’attuazione del “Piano Acustico Comunale” al fine di ridurre l’inquinamento acustico ormai ai massimi storici, per prevenire le malattie causate dall’esposizione dell’essere umano a rumori forti e prolungati, tali da rendere impossibile lo svolgimento della normale attività e del riposo notturno.
Ma questa azione legittima e motivata dall’insopportabile frastuono notturno di Cagliari è manipolata e stravolta per cui facilmente le giuste richieste del gruppo di cittadini sono liquidate come “inopportune, volte a far chiudere i locali, segno di insensibilità verso i gestori dell’intrattenimento”.
Allora ecco che c’è bisogno della diffida alla Regione Sardegna, ad adempiere.
Ora che il Comitato è costretto a riconoscere che qualcosa a Cagliari si è spezzato.
Forse il legame solidale con le Istituzioni, il senso del buon vicinato, quel sentimento di partecipazione che contraddistingue le città italiane prime in classifica per qualità della vita.
A firma di Stefania Angius