Le imprese artigiane della ristorazione chiedono di poter vendere da subito con la formula “take away” anziché aspettare il 4 maggio, come stabilito dall’ultimo Dpcm del Governo. Le imprese artigiane che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati UnionCamere, sono 3.073: 1.430 le pasticcerie e le gelaterie, 1.643 quelle che si occupano di servizi di ristorazione e cibi da asporto. In tutto occupano circa 5.000 lavoratori fissi, e altri 2.000 mila stagionali, come nel caso delle gelaterie.
“La novità, annunciata domenica sera dal presidente del Consiglio – spiega Confartigianato – che con un apposito Decreto autorizza a servire i propri clienti con la formula “take away”, è in ogni caso motivo per vedere positivo. In qualche regione, come Toscana, Abruzzo e Veneto, queste imprese possono vendere i loro prodotti già da ieri mattina. Per assicurare le necessarie garanzie sanitarie al consumatore, alle attività produttive è consentita la procedura per la vendita per asporto, che avviene tramite preventiva ordinazione online o telefonica e non presso l’esercizio, in modo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano in modo dilazionato, impedendo di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario alla consegna e al pagamento della merce.
Se i Governatori di queste regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio – si chiedono Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – perché non farlo a che qui da noi?”. “Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continuano Matzutzi e Serra – per consentire anche nell’Isola, almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni. Anche un piccolo anticipo di una settimana, potrebbe sostenere tantissimo il settore. Per queste imprese ieri al presidente Solinas abbiamo chiesto una istanza “di buon senso” che restituisca dignità a un comparto che è stato devastato dagli obblighi di chiusura totale”.