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In Antartide sono state registrate temperature record: dal 23 al 26 gennaio, presso la stazione australiana di ricerca di Casey, sono state raggiunte massime e minime estreme, classificate come un’ondata di calore, arrivando a toccare i quasi i 18,3 gradi Celsius nell’Antartide settentrionale.

Secondo gli studiosi il clima più caldo sarebbe in parte causato da un restringimento del buco dell’ozono alla fine del 2019, che ha indebolito i venti occidentali, permettendo ad aria più calda di raggiungere regioni che prima erano riparate.

Gli scienziati di tutto il mondo temono danni a lungo termine per l’ecosistema globale. Uno studio, pubblicato sul Global Change Biology da un team internazionale, tra cui le Università australiane di Wollongong e della Tasmania e della Divisione antartica australiana, descrive l’impatto sugli ecosistemi: “La maggior parte della vita esiste in piccole oasi prive di ghiaccio in Antartide e dipende in gran parte dallo scioglimento della neve e del ghiaccio per il loro approvvigionamento idrico. Le inondazioni da scioglimento possono riversare acqua in maggiore quantità in questi ecosistemi, causando una crescita e riproduzione maggiori di muschi, licheni, microbi e invertebrati. Esondazioni eccessive possono sopprimere le piante e alterare la composizione delle comunità di invertebrati e dei tappeti microbici. Temperature più elevate possono anche causare stress termico in piante e animali che si sono adattati alle fredde condizioni antartiche”.