Era il 6 marzo scorso quando, verso le 09:20, in località Monteghidda, zona Riu Loi, l’ottantenne Giuseppe Pintore veniva ferito mortalmente da due colpi di arma da fuoco, uno all’altezza del timpano sinistro e il secondo all’altezza della fronte. Nessun bossolo era stato rinvenuto.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari e condotte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di individuare il presunto responsabile: si tratta del 69enne e incensurato Salvatore Mameli, nato a Maracalagonis.
All’identificazione dell’indiziato si è giunti attraverso un’analisi minuziosa delle varie telecamere poste lungo il tragitto percorso dalla vittima prima di essere uccisa.
Le indagini hanno portato alla luce la presenza dei due all’interno dello stesso bar, dimostrando che ben si conoscevano e anche che il giorno dell’omicidio, verso le ore 8:30, avevano fatto colazione insieme, rimanendo all’interno del locale per circa una mezz’ora, per poi uscire quasi contemporaneamente, prima l’aggressore e poi la vittima; successivamente pare avessero percorso la medesima strada, una statale e poi un’interpoderale con direzione Maracalagonis.
Attraverso un esame analitico dei tempi di percorrenza, compiuto grazie alle telecamere, gli investigatori hanno notato che il 69enne, a partire dall’incrocio tra la strada statale e la strada interpoderale avesse anticipato di un minuto esatto l’80enne, che si era fermato a parlare, a bordo della sua auto, con altro suo conoscente. Infatti, l’assassino con l’ auto impiegava cinque minuti per fare una buon tratto della strada interpoderale, mentre Pintore, per fare il medesimo tratto di strada, impiegava quattro minuti.
Nonostante tempi di percorrenza diversa, la telecamera ha consentito di riprendere il passaggio delle due auto a distanza immediata, quasi ad ipotizzare che l’omicida avesse volutamente rallentato per attendere l’anziano.
A distanza di circa un centinaio di metri dal luogo dove erano state notate le due auto, sarebbe stato consumato l’omicidio.
Mameli ha successivamente reso dichiarazioni inattendibili circa i suoi movimenti il giorno dell’omicidio, contraddette anche da quanto emerso dai sistemi di videosorveglianza analizzati. L’aggressore è risultato regolarmente detentore di un’arma calibro 32. In sede di esame autoptico erano state repertate due ogive frammentate e riconducibili a un calibro commerciale 7,65.
Durante la perquisizione, oltre a sequestrare l’arma del 69enne, priva di munizioni, erano stati individuati, debitamente occultati all’esterno del balcone e avvolti in un rotolo di carta, quattro delle munizioni calibro 7,65 che l’arma calibro 32 può esplodere. La pistola cal. 32, infatti, carica regolarmente nr. 6 munizioni e risultavano mancanti, pertanto, due munizioni (la vittima era stata raggiunta da due colpi di arma da fuoco N.d.R.).
Nella giornata di oggi, venerdì 27 marzo, a seguito dell’udienza di convalida, il GIP del Tribunale di Cagliari ha emesso la misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Mameli, che è stato poi condotto presso il carcere di Uta.
Maracalagonis, omicidio Giuseppe Pintore: una persona in stato di fermo