Accanto all’inchiesta dl trasferimento di un paziente positivo tra Nuoro e Tempio, aperta dalla procura Gallurese, ora sono i pm di Sassari ad aprire un fascicolo, per ora contro ignoti, sulla scia di contagi all’ospedale SS.

Annunziata di Sassari e per capire se sono state adottate tutte le misure necessarie per tutelare i pazienti e gli operatori sanitari. Lo rivelano i quotidiani sardi che parlano dell’inchiesta affidata dal procuratore capo Gianni Caria al pubblico ministero Paolo Piras, che ha una vasta esperienza in materia di sanità.

Contestualmente sia a Sassari che a Tempio sono scesi in campo i Nas dei carabinieri: saranno loro a dovere verificare se all’Aou di Sassari, dove è stato riscontrato un alto numero di contagi tra medici e infermieri, e all’ospedale Dettori di Tempio sono stati adottati tutte le prescrizioni per evitare i contagi. E visti gli esposti dei sindacati dei medici, i militari controlleranno anche se esiste una reale carenza dei dispositivi di protezione individuale.

Coronavirus, assessore Sardegna: “Pm facciano ciò che devono”

I contagiati negli ospedali sardi, in particolare al Santissima Annunziata di Sassari, sono tanti. Troppi.

L’assessore della Sanità Mario Nieddu lo sa bene e sulle indagini avviate dai magistrati per capire se siano state adottate tutte le misure necessarie per tutelare i pazienti e gli operatori sanitari, si limita a dire: “è giusto che la Procura faccia quello che deve, che proceda con le sue indagini e se qualcuno ha sbagliato dovrà trarne le conseguenze. Più di questo non posso dire”. Che cosa potrebbe non aver funzionato? “Non ne abbiamo la certezza – spiega l’assessore – in questi momenti è molto complicato arrivare a delle conclusioni perché si è presi dalla concitazione e dall’esigenza di arginare l’infezione e il contagio”. Quindi, aggiunge, “molte cose sfuggono, non è un momento semplice per fare valutazioni. La Procura ha invece i suoi mezzi”. Sul fronte del reclutamento di operatori sanitari per affrontare l’emergenza, l’esponente della Giunta Solinas ammette che la Regione sta incontrando alcune difficoltà. Non sono però tanto i medici a non accettare, quanto gli infermieri. “Sono evidentemente preoccupati – sottolinea Nieddu -, gli abbiamo anche offerto la retribuzione da coordinatori, ma non c’è verso che accettino”.