Sentenza storica della Corte di Appello di Bari, prima sezione civile, che ha rigettato il reclamo presentato lo scorso anno dal Ministero dell’Interno, confermando automaticamente la validità della “trascrizione” da parte del Comune di Bari “dell’atto di nascita” di un bambino, che ha compiuto ormai tre anni e mezzo, figlio biologico di una donna inglese unita civilmente con una donna barese.
“La trascrizione dell’atto di nascita di un minore che non ha alcun legame di sangue con un cittadino italiano è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al diritto alla cittadinanza italiana”, era la tesi sostenuta dal ministero.
I magistrati invece hanno ritenuto prevalenti, come si legge nella nota, “il supremo interesse del minore” e “la tutela dei suoi diritti fondamentali, tra i quali spicca il diritto al riconoscimento della genitorialità”.