Hanno patteggiato una pena a un anno e otto mesi, con pena sospesa, i due badanti della psichiatra di fama mondiale Nereide Rudas, morta nel gennaio 2017 all’età di 91 anni, accusati di truffa e furto per averle rubato gioielli di grande valore e incassato un assegno ‘sospetto’ di 25mila euro.
Antonio Vignoli e Renata Brizzi, entrambi di 66 anni, di Carrara ma residenti a Bosa, sono comparsi oggi davanti al Gup del tribunale di Cagliari Giuseppe Pintori. Il patteggiamento proposto dai difensori Schintu e Vernier con il pm Giangiacomo Pilia è stato giudicato congruo dal Gup, che lo ha ratificato con pena sospesa. Nereide Rudas è stata la fondatrice e direttrice della Clinica psichiatrica di Cagliari. Nel 1997 ha costituito a Milano la Società Italiana di Psichiatria Forense, di cui era presidente onoraria, ed è stata anche presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna. L’inchiesta era nata dalla denuncia del figlio della psichiatra, il criminologo Pietro Marongiu, che dopo la morte della madre aveva scoperto che dalla casa mancavano vari gioielli, rivolgendosi ai carabinieri che, terminate le indagini, avevano puntato le attenzioni sui bandati. Nella loro casa i militari avevano recuperato due collane e una spilla appartenenti a Nereide Rudas, ma il resto del bottino non è mai stato ritrovato.