Migliaia di iracheni hanno partecipato questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Soleimani gridando – tra la sua bara e quella del suo principale luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis – “morte all’America”. Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia. Intanto, un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi è stato ucciso nella notte in un nuovo raid aereo Usa a nord di Baghdad. Resta altissima la tensione fra Stati Uniti e Iran. Trump ribadisce di non volere la guerra, ma “siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria”; la guida suprema iraniana Khamenei lo avverte: “Prepara le bare”.

Si terranno martedì i funerali in Iran di Qassem Suleimani ucciso in un raid degli Usa in Iraq. Lo riporta la Bbc. Dopo le esequie oggi a Baghdad, la salma del generale e degli altri iraniani uccisi faranno rientro in Iran, secondo alcuni media già questa sera. Poi martedì i funerali di Soleimani nella su città natale, Kerman, nel centro del Paese.

La risposta ad un’azione militare è un’azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo”. Lo ha detto l’ambasciatore iraniano all’Onu, Takht Ravanchi, in un’intervista alla Cnn. “Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo”, ha detto ancora sottolineando che il raid degli Stati Uniti contro il generale iraniano Ghassem Soleimani “è stato un atto di guerra contro il popolo iraniano”.

Il ministero degli Esteri britannico ha sollecitato i cittadini del Regno Unito a non recarsi in Iraq ed evitare viaggi “non necessari” in Iran dopo il raid Usa nel quale è stato ucciso il generale iraniano Soleimani. Lo riporta Sky news.

Potrebbe avere “conseguenze incontrollabili” l’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante delle forze di Qods, il maggiore generale Ghassem Soleimani. Lo ha detto il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica ieri sera.

La coalizione anti-Isis in Iraq ridimensionerà la portata delle sue operazioni per “ragioni di sicurezza”. Lo ha detto un funzionario della Difesa Usa che guida la coalizione. “Condurremo limitate azioni contro lo Stato islamico assieme ai nostri partner laddove possano a loro volta sostenere i nostri sforzi”, ha dichiarato il funzionario spiegando che gli Stati Uniti “hanno rafforzato le misure di sicurezza nelle basi della coalizione in Iraq”.

Intanto, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran in una manifestazione di protesta contro i “crimini” degli Usa, dopo l’attacco con un drone in cui è morto il generale iraniano Soleiman.

Secondo il presidente Usa, il generale doveva essere ucciso prima. “Ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri… ma è stato preso!”: ha twittato Donald Trump, secondo cui Soleimani “è stato direttamente e indirettamente responsabile per la morte di milioni di persone, compreso un grande numero di manifestanti uccisi di recente nello stesso Iran”. “Doveva essere fatto fuori molti anni fa!”.

Dopo il raid aereo in cui e’ rimasto ucciso il generale Soleimani, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare altri 3.500 soldati in Medio Oriente. Lo hanno riferito tre funzionari della Difesa e un ufficiale militare a Nbc News. Le nuove truppe saranno dispiegate in Iraq, Kuwait e altre parti della regione in risposta alle minacce giunte dopo la morte del generale.

In una nota, la Farnesina afferma che “gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti”. “Negli ultimi giorni – rileva – abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità”.

“Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”, ha detto la guida suprema iraniana Ali Khamenei.