Le nostre case, la nostra ‘terza pelle’, possono essere insicure, insalubri e inquinanti. La svolta è nei biomateriali. A disegnare il futuro delle abitazioni green, è Pinella Loria, medico ed esperta di contaminanti ambientali. “Troppi i veleni invisibili per la nostra salute che si nascondono tra le pareti domestiche”, spiega in occasione di un seminario organizzato a Guspini, primo distretto industriale in Italia per la gestione carbon free degli spazi, dalle imprese ‘verdi’ Edizero e Ceramica Mediterranea dal titolo “La progettazione a misura di cambiamenti climatici con biomateriali sardi rinnovabili”.
“Polveri, batteri, spore, muffe, composti organici volatili, gas celati tra resine, adesivi, vernici isolanti, finiture di arredi e superfici”, elenca l’esperta rivolta a un pubblico di progettisti. Loria racconta che la “sindrome da edificio malato” si caratterizza “da sintomi clinici legati agli inquinanti che respiriamo anche davanti al pc in ufficio, nei negozi, centri commerciali, aule scolastiche, palestre, ristoranti, autobus, ospedali, ambulatori”. Luoghi chiusi dove si sta per un certo numero di ore. Qualche esempio? “Composti clorurati che si annidano nelle vernici e colle dei mobili, il tetracloroetilene presente nei detergenti, umidità, acari e muffa, un mix di sostanze dannose per la salute”, chiarisce. Con una aggravante. “L’esposizione agli inquinanti negli spazi confinati può essere addirittura superiore rispetto a quella presente all’esterno – avverte l’esperta – Si va da raffreddori, mal di testa, colpi di tosse, irritazioni cutanee a problemi più seri. I più colpiti sono bambini e anziani”.
Di qui il monito. “La stragrande maggioranza dei prodotti utilizzati all’interno delle nostre case proviene dall’industria petrolchimica di sintesi – riassume Loria – E il problema si sente di più in edifici nuovi che non permettono la traspirabilità dei materiali ma soprattutto il ricambio dell’aria”. Per questo sono state ben accolte le innovazioni presentate a Guspini: isolanti di sughero e canapa tech, rivestimenti di superfici con ecomalte, colori e pitture realizzati nel distretto dalle aziende Edilatte, Terramia, e le piastrelle di Ceramica Mediterranea. “Architetti, geometri, ingegneri hanno vissuto a Guspini un’esperienza unica in Italia: assistere alla produzione industriale a Km zero totale con l’utilizzo di materie provenienti da fonti rinnovabili e di recupero”, commenta la promotrice del seminario Daniela Ducato, bioimprenditrice con i galloni di cavaliera della Repubblica e il riconoscimento da parte del presidente Sergio Mattarella di “campionessa mondiale di innovazione”, cofondatrice di Edizero architecture for peace, la filiera industriale considerata tra le migliori 10 biotecnologie del pianeta con i prodotti più premiati al mondo, per il rispetto dell’ambiente, nel settore delle costruzioni.