Un esemplare di aquila del Bonelli, specie in via d’estinzione, è stato abbattuto con una fucilata nelle campagne di Giba, nel sud Sardegna. La notizia, riportata dal quotidiano L’Unione Sarda, ha suscitato sdegno tra gli ambientalisti perché in Sardegna questa specie – ancora presente in Sicilia – si era estinta negli anni ’80 e solo grazie ad un programma di ripopolamento avviato lo scorso anno nel Parco di Tepilora erano state rilasciate cinque aquile.
“Non è più possibile far finta di nulla, la situazione del bracconaggio in Italia è estremamente grave. Serve un segnale forte, fortissimo. Da subito”. E’ la presa di posizione della Lipu, che chiede “con forza al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente e all’intero governo di prendere sul serio la questione, non solo dando attivazione rapida e piena al Piano nazionale antibracconaggio che ancora non decolla, ma con un gesto forte, simbolico e concreto, come ad esempio la chiusura della caccia a tempo indeterminato in tutta la Sardegna”.
“Nel frattempo – afferma Aldo Verner, presidente della Lipu-BirdLife Italia – si attivino tutte le misure necessarie per impedire la vergogna, nel ventunesimo secolo, di abbattere impunemente animali superprotetti e in via di estinzione”. Sul caso sono intervenute anche le Guardie Ambientali della Sardegna, con un post su Facebook: “L’aquila del Bonelli mancava dai cieli sardi dagli anni 80 portata sull’orlo della totale scomparsa a causa del disturbo dei siti di nidificazione, bocconi avvelenati e uccisione diretta. Da un paio di anni però grazie a un progetto avviato dal parco di Tepilora, Regione Sardegna, Ispra e altri enti, diversi esemplari del maestoso rapace sono stati reintrodotti sull’isola ambientandosi rapidamente e costantemente monitorati. Ci aspettavano la notizia della prima riproduzione dopo l’ambientamento e invece dobbiamo prendere atto che qualcuno nonostante l’era della tecnologia e del progresso è rimasto mentalmente all’era della pietra!”.