In merito alle recenti affermazioni di FdI e del Governo, vorremmo conoscere nel dettaglio la consistenza reale delle forniture alle forze armate e alle forze dell’ordine italiane, nonché dei paesi UE, che giustifichi la sostenibilità economica delle produzioni belliche della RWM SPA nel territorio.
Sappiamo bene che, oltre la cortina di ipocrisia legata alla giustificazione delle forniture per la Difesa, in realtà la RWM basa buona parte della produzione e dei profitti sulle forniture di armi di distruzione e di attacco. Come potrebbe garantire gli attuali investimenti e lo scellerato e frettoloso ampliamento in corso se non ci fossero paesi in guerra? Come ci spiega quindi FdI l’esigenza della RWM di triplicare la produzione di bombe? L’Italia entrerà in guerra?
Come PCI Sulcis Iglesiente ribadiamo con forza che il territorio e i suoi lavoratori non meritano la vergogna di produrre strumenti di morte. Ribadiamo l’esigenza di una riconversione della produzione bellica. Per riconversione intendiamo un concetto più ampio, che include anche lo stabilimento di guerra. Ovvero, riteniamo che il territorio tutto necessiti di una nuova stagione di confronto sulle prospettive economiche, su ciò che deve essere lo sviluppo economico, sugli indirizzi che deve avere.
Da questo punto di vista è necessaria una mobilitazione delle istituzioni, delle associazioni, della politica e del mondo sindacale, ma, condizione determinante e irrinunciabile, della partecipazione attiva dei cittadini.
Dobbiamo archiviare l’accettazione passiva di uno sviluppo economico imposto dall’alto, che fino ad oggi ci ha portati ad accettare qualsiasi compromesso pur di lavorare, rinunciando alla tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Riteniamo sia urgente pianificare ad esempio l’economia turistica, agroalimentare, un’industria pulita e sostenibile. Questo è l’indirizzo politico che porta avanti con determinazione il PCI Sulcis Iglesiente per il territorio. A FdI non interessa cambiare la realtà economica del territorio, ma preferisce accettare passivamente qualsiasi imposizione delle multinazionali, basta che si lavori. Un tipico approccio servile che noi rifiutiamo.
Il PCI guarda al futuro e all’interesse collettivo, compatibile con la salute e la tutela dell’ambiente, per il Lavoro e non per i profitti, per un futuro di pace e un benessere sostenibile. Non solo per i sardi, ma per tutti i popoli del mondo.
Partito Comunista Italiano, Federazione Sulcis Iglesiente