“L’importante è il coraggio”: Alessio Boni, protagonista del “Don Chisciotte” in scena dal 3 al 7 aprile al Teatro Massimo di Cagliari per la stagione del Cedac, prende a prestito le parole dell’immortale personaggio nato dalla penna di Cervantes. “I moderni Don Chisciotte sono come Greta, la sedicenne che rinuncia alla scuola per difendere il pianeta, Eglantyne Jebb che 100 anni fa ha dato vita a Save the Children e Ilaria Cucchi che non si è mai arresa e ha continuato a battersi per la verità”, racconta l’attore lombardo.
Accanto a Boni, amatissimo dal grande pubblico, che interpreta l’eroe in lotta contro i mulini a vento, l’attrice turca Serra Yilmaz musa di Ozpetek, “stupenda nel ruolo di Sancho Panza” ricorda Boni. La scelta di affidare a una donna il “fido scudiero”, come sottolinea l’attore, che firma anche la regia insieme con Roberto Aldorasi e Marcello Prayer, risulta particolarmente significativa. “In un tempo in cui le donne sono particolarmente bistrattate – sottolinea – diventa necessario e importante riaffermare il loro valore. Sancho incarna la purezza e l’onestà, che possono essere declinate al femminile come al maschile. E poi Serra è un’immigrata, e il nostro Sancho diventa un contadino immigrato: è la testimonianza che l’integrazione è possibile, anzi auspicabile”.
Sbarca nell’Isola l’originale versione teatrale del capolavoro della letteratura mondiale, con adattamento di Francesco Niccolini. Nel cast anche Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico e Nicolò Diana (Ronzinante). “In quest’epoca incentrata sull’Io, ci dimentichiamo troppo spesso del Noi – prosegue Boni – in Don Chisciotte c’è qualcosa che mi piace riconoscere attorno a me e in me: apprezzo coloro che combattono contro i mulini a vento di una società ostile, spesso incompresi, osteggiati, perseguitati malgrado siano portatori di idee giuste e condivisibili. Oggi più che mai sono necessari il coraggio e la ‘follia’ dell’hidalgo che incarna la parte più nobile dell’essere umano”, conclude.