“Soddisfatti? È un punto di partenza, ma ora c’è da prendere in mano tutta la fase strutturale”. E’ cauto Gianuario Falchi, uno dei pastori che fa parte della delegazione degli allevatori al tavolo convocato in Prefettura per portare a termine la vertenza legata al prezzo del latte ovino. “Non c’è solo la parte industriale e cooperativa – spiega – ma c’è anche la grande distribuzione, che nella filiera dovrà avere un ruolo molto importante, soprattutto per non riportarci nell’incubo delle aste al ribasso”.
Per ora, sottolinea, “tutti hanno promesso, adesso bisogna vedere: noi vigileremo”. Certo, “ad accontentare tutti non ce l’avremmo mai fatta – dice – questa dei 74 centesimi è un’apertura, ci stiamo concentrando sul futuro”. Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Mulas, altro rappresentante dei pastori che ha seguito di persona la trattativa con industriali, governo, Regione e associazioni di categoria. “Chiudiamo questa prima partita e andiamo avanti col secondo punto”, preme. “Stiamo aspettando che ci diano una data per il tavolo di filiera – afferma – dove si dovrà trattare sulla piattaforma da presentare all’assemblea straordinaria dei consorzi di tutela”.
Sarà quella la sede “per iniziare a modificare lo statuto e parlare di riforma per tutti i consorzi – conclude – per far ripartire la filiera, per il nostro futuro, per riprenderci i nostri diritti”. In rappresentanza di chi produce il latte c’era anche Coldiretti. “Chiedevamo un acconto per ri-quantificare a saldo il prezzo in base alle vendite dei formaggi, speriamo di aver imboccato una strada nuova, stiamo a vedere”, dice il presidente regionale, Battista Cualbu. “Vogliamo che veramente questo impegno ricada positivamente sui pastori – chiosa – su chi materialmente munge il latte”.