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Sono 12 i punti della bozza di accordo programmatica che circola in Sardegna dopo la riunione fiume di sabato scorso in Prefettura, a Cagliari, tra i pastori, il Governo, la Regione sarda, gli industriali e le coop di trasformazione e le banche per trovare un accordo sul prezzo del latte ovino. La bozza è all’esame dei pastori ai quali La bozza è all’esame dei pastori dei comitati spontanei ai quali “si chiede la massima collaborazione per eventuali integrazioni o modifiche al fine di ottenere il più ampio consenso possibile”.

Perentorie le richieste dei pastori: “attivare nel tempo tutte le procedure capaci di portare il prezzo del latte ovino ad 1 euro più Iva al fine di coprire i costi di produzione e dimissioni irrevocabili di tutti i membri del Consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, del Pecorino Sardo Dop e del Consorzio di tutela del Fiore Sardo Dop “da depositare in prefettura contestualmente alla firma dell’accordo”. E per quanto riguarda le condizioni economiche “non si accetta un prezzo di acconto inferiore ad euro 0.75 al litro per i mesi di febbraio, marzo e aprile 2019”.

Per quanto riguarda la richiesta di dimissioni dal Consorzio di tutela sono diverse le motivazioni della proposta che ricalcano quelle della protesta e cioè “l’incapacità di tutelare e vigilare sulla produzione e sui livelli produttivi del prodotto finito, l’assenza di partecipazione dei soci conferitori di latte (soprattutto ad industriali), la scarsa trasparenza nel Cda e nella documentazione dei singoli produttori di latte depositata presso il consorzio.

I pastori chiedono la definizione “di una griglia di retribuzione minima del latte in correlazione alla quotazione mercantile dei prodotti lattiero caseari in generale e di tutte le Dop in particolare, sulla base delle quotazioni della camera commercio di Milano o Cagliari, o del Clal”, la distribuzione più “equa dei profitti all’interno della filiera dei prodotti lattiero caseari, facendo firmare al soggetto venditore (industriali della trasformazione) all’atto della vendita del formaggio, clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata e tale da coprire i costi di produzione”.

Si chiede anche la “nomina di un prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività di filierae la riforma strutturale di tutto il sistema lattiero caseario Sardo. Tale riforma dovrà essere effettuata con la collaborazione di figure professionali adeguate messe a disposizione dal Mipaf e la supervisione di un prefetto”. La bozza intende porre in chiaro anche la necessità di riformare gli statuti delle cooperative di trasformazione con lo scopo di rispettare lo spirito cooperativistico e permettere che la gestione venga espletata nel tempo da più persone” e di “specificare in etichetta la provenienza e la percentuale delle diverse tipologie di latte utilizzato per la produzione dei formaggi misti”.

Per quanto riguarda le condizioni economiche “non si accetta un prezzo di acconto inferiore a 0.75 euro per litro per i mesi di febbraio, marzo e aprile 2019. A maggio, sulla base della griglia indicata, il cui periodo deve essere definito da figure professionali adeguate indicate dal ministero, si procederà ad un adeguamento del prezzo. A fine campagna verrà determinato il prezzo finale del latte riferito a tutta la produzione dell’annata agraria 2018/2019. I punti riportati – conclude il documento – rappresentano solo alcuni passaggi ritenuti indispensabili per lo sbocco della ‘vertenza latte’, le modalità operative definitive necessarie al raggiungimento degli obbiettivi finali dovranno essere individuate dagli enti competenti in materia”.