‘Elisa y Marcela’ di Isabelle Coixet è il penultimo film in concorso di questa 69/ma edizione della Berlinale, che non ha brillato certo per qualità, e l’ultimo comunque dei sette diretti da registe donne (sui sedici complessivi dopo il forfait ‘sospetto’ di ‘One second’ di Zhang Yimou per molti oggetto di censurato). Questi i soli numeri. A cui va aggiunto il fatto che il film non solo è targato Netflix, ma anche girato in un perfetto bianco e nero (proprio come ‘Roma’ di Cuaron). Infine, ha un tema fortissimo: quello di un proto-matrimonio lesbo nella Galizia di inizi Novecento.
Ora questa miscela esplosiva di cose ha raccolto stamani alla prima stampa giudizi contraddittori, ovvero qualche applauso a fine proiezione, ma anche tanti ironici risolini durante il film. Il fatto è che il compiacimento estetico fin dentro il melò della regista nelle scene d’amore, e non solo, ha infastidito molti, ma invece altri hanno probabilmente apprezzato la straordinaria e sconosciuta storia, vera tra l’altro al cento per cento, delle due eroiche e modernissime protagoniste. Quando le giovanissime e belle Marcela (Natalia de Molina) ed Elisa (Greta Fernández) si incontrano al liceo si può dire che già si amano. Quando la loro relazione diventa poi qualcosa di serio nascono i veri problemi. Marcela è così presa da questo sentimento che crea il sospetto, nei pur semplici genitori, che alla fine la mandano in collegio, lontana da Elisa. Anni dopo, le due donne si incontrano in una scuola, dove sono entrambe insegnanti, e decidono di vivere insieme. Quando dopo varie peripezie e spostamenti, le due donne capiscono di suscitare ovunque una pericolosa curiosità, Elisa prende una importante decisione, quella di fingersi uomo e sposare Marcela. La loro foto di matrimonio (quella con i veri protagonisti Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas), ritrae così queste due giovani donne, una in abito nero con i capelli in alto, l’altra con un taglio di capelli corto e un abito maschile. Per loro arriva poi la galera, un inatteso parto e tante altre avventure, ma mai una caduta nella passione. “Perché questa storia e non un’altra? Perché in qualche modo è lei che mi ha trovato – dice la Coixet -. Tutto è iniziato con una foto b/n dei veri protagonisti, queste due straordinarie donne piene di coraggio. E da questa immagine molto forte anche la scelta di girare proprio in bianco e nero quasi per rispettate quel clima”.
Comunque la cineasta 58enne de ‘La casa dei libri’, difende la sua scelta Netflix al di la delle prevedibili proteste degli esercenti: “Posso capire le loro ragioni – dice – e so bene che un film come questo va visto in sala, ma la vera cultura alla fine deve rispettare prima di tutto l’autore. Erano dieci anni che volevo fate questo film e non ci riuscivo. Netflix me lo ha permesso anche quando gli ho detto che volevo farlo in bianco e nero”. A dargli man forte le due protagoniste. Dice Greta Fernandez: “Grazie a Netflix Elisa y Marcela sarà visto ovunque nel mondo e così tante persone conosceranno questa storia di cui io stessa non sapevo nulla”, mentre per Natalia de Molina, “un film così può essere utile, ci sono ancora molti paesi dove l’omosessualità è illegale”.