Temevano di essere scoperti, erano preoccupati che la polizia li ritenesse responsabili dell’omicidio di Esperanza e, intercettati, hanno fatto intendere di averla uccisa. Per questa ragione è scattato il fermo di Slavko Seferovic, 28 anni, e della moglie coetanea Dragana Ahmetovic, accusati di omicidio aggravato, occultamento di cadavere, simulazione di reato e incendio doloso, per aver ucciso la figlioletta.

Al momento non si conosce il movente. Tra le ipotesi ci potrebbe essere quella legata alla cagionevole salute della bimba, molto gracile e che più volte aveva avuto in passato necessità di cure.

Gli investigatori hanno lavorato senza sosta per ricostruire la vicenda, come continuano a lavorare nel tentativo di trovare il cadavere della piccola.

Ad inchiodare i genitori sia le loro dichiarazioni fornite prima e dopo l’incendio del furgone avvenuto alle 19.30 del 23 dicembre scorso a Giorgino, alla periferia di Cagliari. Un incendio che secondo quanto accertato dagli investigatori della Squadra mobile, coordinata dal dirigente Marco Basile e che ha visto impegnati gli uomini della sezione reati contro la persona, diretta da Davide Carboni, appiccato dallo stesso Slavko. Il furgone il 23 viene inquadrato dalle telecamere che si sposta da Giorgino. Il 28enne va a prendere 2 euro di benzina in un distributore di carburante, che successivamente avrebbe usato per appiccare il rogo. Già a novembre della piccola Esperanza si erano perse le tracce. I genitori rispondendo agli altri membri della comunità rom avevano detto di averla affidata a un istituto. Come e quando è avvenuto il delitto è ancora un mistero.

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