“Grazie a tutti”. Giuseppe Fiori, zio di Michela, lo urla sedendosi su uno dei van con cui i familiari accompagnano in cimitero la bara della 40enne strangolata a morte dal marito, Marcello Tilloca, 42 anni, la mattina di domenica 23 dicembre. Per una settimana i parenti hanno testato la solidarietà di una città che gli è stata vicina in questo Natale segnato dalla tragedia. Oggi lutto cittadino con gli uffici pubblici che hanno esposto le bandiere a mezz’asta. Bar e negozi sono rimasti chiuse per due ore.
Il silenzio di un sabato mattina soleggiato e mite ha accompagnato la famiglia Fiori a dare l’ultimo saluto a Michela. Il corteo partito dalla chiesa del Santissimo Nome di Gesù ha raggiunto piazza Sulis alle 10. Da lì la bara è stata portata in spalla sino alla cattedrale, lungo un percorso aperto dalla banda cittadina. Alle spalle del feretro c’erano i parenti: la madre Giuseppina, impietrita da una morte di cui ha saputo mentre si trovava in nave. Vive a Genova e stava arrivando in Sardegna col figlio, il fratello di Michela, per le feste.
C’erano i due figli dell’operatrice socio-sanitaria uccisa sei giorni fa, Mattia e Cristian, di 12 e 8 anni. Piangono affranti. In chiesa il più piccolo si inginocchia in terra, ai piedi della bara, e si dispera: per la cattedrale gremita è un pugno nello stomaco. C’era il fratello Luca, che ora diventerà il loro punto di riferimento. Li tiene d’occhio costantemente e spalanca le braccia per contenerli sotto un unico abbraccio. Intorno ai parenti c’era Alghero. Addolorata e sgomenta, la città ha mostrato anticorpi robusti. Il corteo di Natale, il conto corrente per aiutare i figli di Michela a diventare grandi, il lutto cittadino, il silenzio, le serrande abbassate e le migliaia di persone di oggi, dentro e fuori dalla cattedrale, sono la risposta migliore.
C’è anche chi ne approfitta. “Alcuni stanno chiedendo soldi a nome della famiglia Fiori per aiutare i figli di Michela – fanno sapere i familiari – noi non abbiamo autorizzato nessuno”. Ma questo non cancella il modo in cui Alghero ha rinunciato al Natale per stare con una famiglia che riparte proprio da questo abbraccio.