Un punto a partita. Ma questa volta per tenere le media c’è voluto un miracolo di Cragno su rigore in pieno recupero.
Per il Cagliari un pareggio che forse è la giusta via di mezzo tra il rimpianto per non aver saputo capitalizzare un buon primo tempo. E la paura, concretizzata al momento del fischio di Rocchi sul contatto Andreolli-Defrel, di perdere tutto. Buoni segnali anche dagli altri campi: le dirette concorrenti hanno perso tutte. Ma, al momento, questo per Maran è un discorso secondario. Luci e ombre. La squadra ha funzionato molto bene nei primi quarantacinque minuti: se la Samp non ha mai tirato in porta e conquistato il primo angolo solo al 41′ è anche merito del Cagliari, sistemato bene e padrone di centrocampo e fasce.
Nota dolente l’attacco: il numero dei gol rimane fermo a quota quattro. Con Pavoletti generoso ma acciaccato, ci ha pensato Farias a rivitalizzare il reparto. Le occasioni migliori sono capitate su testa e piede del brasiliano, fermato dalla parata di Audero e dal palo. Nella ripresa il Cagliari è entrato in campo con la stessa voglia del primo tempo, ma il pressing ha iniziato a girare un po’ a vuoto. Risultato? Palla tra i piedi della Samp e tante occasioni per i blucerchiati: un miracolo di Cragno su Defrel, due traverse e il rigore. Le ombre sono state quelle degli affanni dei padroni di casa a centrocampo e in difesa: nella ripresa sembrava davvero che la Samp potesse segnare da un momento all’altro.
La lezione della partita di ieri è chiara: il Cagliari deve migliorare nella gestione delle fasi di stanchezza dopo le fatiche del pressing alto. Bene i “nazionali” Cragno e Barella. Ma anche Srna è ormai sicurezza e punto di riferimento sulla destra. Non c’è nemmeno tanto tempo per riflettere sul passato: sabato il Cagliari vola a Milano contro l’Inter.