Nello Yemen da oltre 4 anni si sta combattendo una guerra tra la minoranza sciita Houthi e il governo di Hadi, che rappresenta l’ala sunnita quindi molto vicino all’ Arabia Saudita. In questo contesto internazionale i paesi occidentali, in primis gli Stati Uniti, ma anche l’Europa, hanno incrementato il sostegno economico nei confronti dei sauditi, al punto che da diversi anni vengono vendute armi allo stato del Golfo per combattere la minoranza sciita.
In questo contesto il ruolo della Sardegna diventa fondamentale proprio perché nel sud dell’Isola, più precisamente a Domusnovas, vengono prodotte le armi che poi finiscono nelle mani dell’Arabia Saudita. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha già denunciato diverse volte i crimini di guerra perpetrati contro i civili e il Parlamento Europeo ha chiesto il blocco della vendita di armi allo stato Saudita, ma ad oggi questa direttiva non è stata ancora rispettata.
Negli ultimi giorni le dichiarazioni del vice premier Di Maio e del ministro della difesa Elisabetta Trenta hanno sottolineato l’urgenza di rivedere l’export e il transito di queste armi. Questa mattina una delegazione di appartenenti a numerosi movimenti e associazioni, che chiedono il blocco della vendita di queste produzioni, sarà a Roma davanti alla Reale ambasciata dell’Arabia Saudita per protestare e denunciare il genocidio in atto.
Sarà inoltre presentato un esposto-denuncia contro il traffico di armamenti e una richiesta di incriminazione internazionale per crimini di guerra contro l’umanità.