Garanzie sui posti di lavoro ma sindacati ancora preoccupati per il futuro dei 650 dipendenti di Tiscali dopo l’accordo con Fastweb per la cessione delle frequenze. È quanto emerso dall’incontro con le sigle al Mise: la vertenza rimane ancora aperta e c’è in programma un nuovo incontro il 23 ottobre. “Prendiamo atto positivamente dell’impegno preso dal rappresentante del ministero – hanno detto i segretari regionali Cgil e Slc Samuele Piddiu e Roberto Camarra – secondo il quale nessuno perderà il posto di lavoro ma non possiamo non rilevare che l’atteggiamento complessivo non consente di attendere con serenità il prossimo incontro”.
Chiede certezze anche la Uil: “E’ fondamentale che la procedura di cessione delle frequenze sia strettamente legata al piano di rilancio di Tiscali anche in sede ministeriale – ha detto il segretario di Uilcom Sardegna Tonino Ortega – auspichiamo che con il supporto del Mise e di tutti i soggetti coinvolti siano messe in atto le massime garanzie per le 650 famiglie sarde. E’ comunque inspiegabile – ha aggiunto – l’assenza della Regione Sardegna che a tutt’oggi, nonostante varie sollecitazioni, continua il suo assordante silenzio”.
Durante l’incontro – riferiscono i sindacati – i rappresentanti di Tiscali hanno ribadito la valenza dell’accordo precisando che non stravolgerà le linee di business aziendali (Tiscali continuerà a vendere anche servizi Fixed wireless access) e che i 150 milioni saranno dedicati essenzialmente allo sviluppo del piano industriale. Dal canto loro i rappresentanti di Fastweb, dopo aver evidenziato l’importanza strategica dell’avvio anticipato delle frequenze 5g, hanno precisato che Tiscali avrà accesso alla rete Fastweb (che ha la potenzialità di raggiungere 18 milioni di utenze), compreso il futuro accesso alla nuova rete 5g, i cui costi resteranno per intero in carico a Fastweb.
“Laddove la cessione delle frequenze da Tiscali a Fastweb si definisse senza tagli dell’attuale perimetro occupazionale di Tiscali anzi con la possibilità per l’azienda sarda di conquistare nuove fette di mercato, l’accordo si configurerebbe come una pagina significativa di politica industriale”, afferma la deputata del Pd Romina Mura.