“È ormai evidente che la situazione sia sfuggita di mano a tutti, lasciando sul campo vittime incolpevoli: i tecnici Ara che, finché hanno potuto, operando senza essere retribuiti, hanno continuato a prestare la loro preziosa opera al servizio degli allevatori e gli oltre 10.000 imprenditori zootecnici che vedono la concreta possibilità di veder interrotto il flusso di aiuti comunitari convogliati nella Misura 14 sul benessere animale, col rischio di vedere restituiti a Bruxelles i soldi della misura stessa e con una conseguente rimodulazione al ribasso dei premi per diversi anni a venire. Lo scrive in un comunicato il sindacato Confederdia, in merito alla vicenda di Aras.
“Noi siamo parte integrante del mondo zootecnico – scrive la sigla sindacale – siamo e siamo stati gli unici presenti al fianco degli allevatori in campagna nell’ultimo trentennio, vogliamo tutto il bene possibile per il settore, ma senza retribuzione non siamo più in grado di muoverci. Scioperando ad oltranza abbiamo rinunciato ad un improbabile stipendio futuro ed allo stesso tempo abbiamo smesso di anticipare spese necessarie per raggiungere le aziende e che forse non riavremmo indietro. Il fronte degli scioperanti si allarga ogni giorno di più indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza e, di fatto e nostro malgrado, la misura è bloccata già da una settimana”
“Questo è un accorato appello – continua la nota – a tutte gli attori coinvolti nella vertenza, in primis la Giunta Regionale, affinché prenda piena consapevolezza della portata di questa vertenza e delle sue temibili gravi conseguenze, avocando a se tutti i poteri indispensabili per risolvere definitivamente il problema. Un richiamo anche al senso di responsabilità dei vertici delle associazioni di categoria dai quali ci aspettiamo un autorevole intervento che spinga verso la regionalizzazione dei servizi di assistenza tecnica in zootecnia, col preciso scopo di evitare la creazione di carrozzoni destinati, alla luce dei fatti, a fallire perché incapaci di autofinanziarsi. E’ giunto il momento di gestire il denaro pubblico in modo puntuale e preciso, e quindi anche di sfruttare al meglio le grandi professionalità tecniche che il contenitore Aras, per nome e per conto dei contribuenti sardi, ha gestito fino a ieri.
“Ricordiamo ancora a tutti che una legge, la n. 3 del 2009, fortemente voluta da tutto il consiglio regionale norma quanto da noi richiesto in questi ultimi 9 anni. La Regione ha tutto il potere , che le deriva dalla sua condizione di “autonomia”, per applicare questa legge e il lungo e discutibile percorso di attesa per un parere (non vincolante) del MEF sta minando la fiducia riposta dai tecnici Aras nei confronti delle istituzioni. Lo sciopero a oltranza, forma di lotta legittima, continua: noi ci siamo assunti le nostre responsabilità, le nostre famiglie soffrono con noi. I dipendenti Aras in sciopero ad oltranza – conclude Confederdia – hanno deciso che rafforzeranno la loro azione di protesta con un sit-in permanente, “ accampandosi” con le tende, sotto il palazzo del Consiglio Regionale in via Roma a partire dalla manifestazione che si terrà domani mercoledì 5 settembre alle ore 10.00 Attendiamo riscontro”.