Prosegue l’infinita telenovela dei dipendenti dell’Aras in liquidazione, senza stipendio da giugno, costretti a lavorare e a pagarsi di tasca il gasolio per andare in campagna a fare il loro lavoro. Veterinari,agronomi, tecnici e impiegati, manifesteranno domani 30 agosto sotto la sede del Consiglio Regionale in via Roma a Cagliari. “Lo stato di agitazione continua – spiega il segretario regionale di Confederdia, Osvaldo Ibba – ed è sfociato in uno sciopero ad oltranza che vede la folta partecipazione dei dipendenti. Si è abusato del senso di responsabilità dei lavoratori che su invito dell’assessore, per non arrecare danno all’utenza, hanno continuato per tanti mesi ad anticipare spese per raggiungere le aziende senza ricevere la retribuzione. Adesso non sono più disposti a farlo, il volontariato si fa per scelta personale, non per contratto”.
“Chi, pur finanziando con denaro pubblico l’associazione – prosegue -, non ha vigilato sulla corretta gestione, si deve ora assumere la responsabilità del blocco della Misura sul Benessere degli animali con tutte le conseguenze che ricadranno sugli allevatori. I dipendenti resteranno fermi nelle loro posizioni fino a quando non saranno riconosciuti i crediti maturati e non verrà realmente avviato il processo di stabilizzazione nel pieno rispetto delle legge 3/2009. A tal proposito si stigmatizza il vergognoso silenzio sulle interlocuzioni avviate col governo nazionale circa l’applicabilità della legge, e si chiede, con forza, di conoscere nei dettagli il procedimento”, conclude.
Si tratta di una vicenda che sta assumendo dei contorni grotteschi, con manager super pagati e i tecnici, le cui professionalità sono indispensabili a tutte le attività del comparto allevatoriale e agricolo della Sardegna (con i rischi che ne conseguono per benessere animale, Pac, censimenti e sanità), senza stipendio e costretti a vivere nel limbo dell’incertezza.
Nei giorni scorsi l’assessore dell’Agricoltura ha continuato, come proclama ormai da mesi, a dichiarare la disponibilità della Regione alla soluzione della vertenza: due giorni fa, il 27 agosto, “Come annunciato qualche settimana fa, abbiamo individuato una figura di alto profilo professionale che possa fare da commissario straordinario per l’Associazione regionale allevatori della Sardegna”. Caria ha pure fatto un appello (incommentabile) ai dipendenti dell’Associazione, “convenzionata con la Regione fino al 2020, affinché continuino ad assicurare le proprie prestazioni evitando di aumentare le difficoltà su un tema già di per sé non facile”.
Secca la replica del Collegio dei Liquidatori: “Con comunicato stampa del 7 maggio 2018, il Collegio dei Liquidatori dell’Associazione Sardegna in Liquidazione (ex ARAS), si era dichiarato sin da subito disposto a cedere il ramo d’azienda afferente l’attività di assistenza tecnica ad altro Ente individuato dalla Regione Sardegna, ciò al fine di salvaguardare l’attività di assistenza tecnica ed i relativi posti di lavoro, ovvero a valutare la ricostituzione in bonis dell’Ente qualora la Regione fosse intervenuta a risanare la situazione deficitaria”. In sostanza “manifesti realmente la volontà di pagare i debiti”.
“Pertanto, riguardo alla disponibilità manifestata dell’Assessore Regionale all’Agricoltura, Dott. Pier Luigi Caria, il quale ha confermato di “aver trovato un Commissario straordinario per l’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna (ARAS)”, si conferma che gli attuali soci dell’Associazione Allevatori Sardegna Associazione oggi dotata della personalità giuridica e riconosciuta dalla Regione Sardegna, sono immediatamente disponibili alla convocazione dell’Assemblea Ordinaria per la nomina del professionista individuato dall’Assessore Dott. Caria, quale Amministratore Delegato dell’Associazione”. Caria tiri fuori i soldi, acquisisca il ramo d’azienda e poi nomini una persona seria e credibile.