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Delle circa 13mila aziende sarde con circa 3milioni di pecore allevate sull’Isola, 10.608 hanno fatto domanda per ricevere il contributo regionale di 13 euro a capo sulle misure previste dalla legge regionale. Dalle dichiarazioni allegate emerge che nella campagna lattiero-casearia 2015-2016 sono stati prodotti 285 milioni di litri di latte ovicaprino, mentre tra il 2016 e il 2017 297 mln.

“Questi dati confermano le stime iniziali tra i 310 e i 320 mln di litri prodotti in Sardegna”, spiega all’ANSA Sergio Cardia di Agrinsieme che questa mattina ha partecipato al tavolo verde convocato dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, per fare il punto sullo stato di salute del comparto, con la chiusura dell’ultima campagna ormai in vista e alle porte della prossima stagione 2018-2019. Questa materia prima viene trasformata per circa il 60% nelle tre DOP casearie sarde, mentre la parte rimanente, se lavorata e non rivenduta come latte grezzo fuori regione, è utilizzata per altri tipi di formaggi. “Significa – aggiunge Cardia – che il prezzo del latte deve essere valutato non solo sulla componente del prezzo del pecorino Romano, ma anche del restante 40%. Inoltre ribadiamo la richiesta di definire l’obbligo di dichiarare il latte prodotto con contratti scritti tra produttori e trasformatori”.

Caria ha invitato tutti i presenti a “misurare le dichiarazioni e i commenti sugli andamenti produttivi di latte e formaggi, poiché spesso capita che certe notizie, date anche in buona fede, possono causare danni al precario equilibrio della filiera. Con ragionamenti oculati e con una programmazione delle produzioni casearie attenta – ha concluso l’assessore – si possono affrontare i prossimi mesi con maggior forza e stabilità”.