Una legge per rilanciare il settore della suinicoltura in vista dell’eradicazione definitiva della peste suina. Il testo di 25 articoli illustrato dal presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale. Tra le altre cose, il provvedimento vieta l’allevamento a pascolo brado, distingue tra allevamenti familiari (di solo autoconsumo) e professionali (per la vendita), istituisce una rete permanente degli allevamenti suinicoli al fine di assicurare la tracciabilità nella filiera suina, forma gli operatori del settore, individua e istituisce i marchi di valorizzazione per i prodotti di spicco della filiera.
Prevista, in particolare, la tutela e valorizzazione del prodotto agroalimentare “porcetto da latte” chiamato in legge “suinetto sardo”: la Regione avvierà le procedure per accedere al regime delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali previste dalle normative europee. “La legge segna un cambio di rotta straordinario sul versante del recupero di un comparto per troppi anni dimenticato – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Pier Luigi Caria – e che grazie a questa Giunta sta riconquistando gli spazi che gli spettano, anche a seguito dell’enorme sforzo messo in campo sul piano dell’eradicazione della Psa.
Una volta sconfitta la terribile malattia dei maiali e superato l’embargo sulla vendita delle nostre carni fuori regione – ha proseguito – ci sono tutte le condizioni per rilanciare un comparto dalle enormi potenzialità di crescita e che, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, può favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e un nuovo argine al fenomeno dello spopolamento. Manca poco per chiudere il cerchio e per liberarci da una piaga che affligge la nostra Isola dal lontano 1978”. Prima della Psa, Lotto ha ricordato che i capi suini erano 300mila nel 1976, 166mila quarant’anni dopo.