Peste suina, aumentano al 60% le aree libere da restrizioni

Una legge per rilanciare il settore della suinicoltura in vista dell’eradicazione definitiva della peste suina. Il testo di 25 articoli illustrato dal presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale. Tra le altre cose, il provvedimento vieta l’allevamento a pascolo brado, distingue tra allevamenti familiari (di solo autoconsumo) e professionali (per la vendita), istituisce una rete permanente degli allevamenti suinicoli al fine di assicurare la tracciabilità nella filiera suina, forma gli operatori del settore, individua e istituisce i marchi di valorizzazione per i prodotti di spicco della filiera.

Prevista, in particolare, la tutela e valorizzazione del prodotto agroalimentare “porcetto da latte” chiamato in legge “suinetto sardo”: la Regione avvierà le procedure per accedere al regime delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali previste dalle normative europee. “La legge segna un cambio di rotta straordinario sul versante del recupero di un comparto per troppi anni dimenticato – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Pier Luigi Caria – e che grazie a questa Giunta sta riconquistando gli spazi che gli spettano, anche a seguito dell’enorme sforzo messo in campo sul piano dell’eradicazione della Psa.

Una volta sconfitta la terribile malattia dei maiali e superato l’embargo sulla vendita delle nostre carni fuori regione – ha proseguito – ci sono tutte le condizioni per rilanciare un comparto dalle enormi potenzialità di crescita e che, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, può favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e un nuovo argine al fenomeno dello spopolamento. Manca poco per chiudere il cerchio e per liberarci da una piaga che affligge la nostra Isola dal lontano 1978”. Prima della Psa, Lotto ha ricordato che i capi suini erano 300mila nel 1976, 166mila quarant’anni dopo.