Con il riscaldamento del pianeta i cicloni tropicali si stanno formando a distanze sempre maggiori dall’Equatore, spingendo nuove regioni nella zona di tempeste intense e creando nuove zone aride. Sono le conclusioni di un’analisi di dati registrati fra il 1980 e il 2014, eseguita da scienziati dell’Università di Melbourne in Australia, che mostra come l’espansione dei tropici, fino a 111 km in un decennio, stia già avendo effetti sulla formazione dei cicloni.
“Nella maggior parte dei bacini oceanici si sta manifestando una diminuzione nella formazione di cicloni tropicali più vicini all’Equatore, accompagnata da un aumento della loro formazione ad una maggiore distanza dall’Equatore”, scrive il principale autore dello studio, Kevin Walsh della Scuola di Scienze Terrestri dell’ateneo, su Nature Climate Change. Nel bacino del Sud Pacifico è già evidente l’espansione verso sud dei cicloni, mentre nel Nord Atlantico finora il fenomeno è meno marcato.
“Le proiezioni indicano uno spostamento della zona tropicale associata al cambiamento climatico con la genesi dei cicloni tropicali che continuerà a spostarsi verso i poli, aumentando potenzialmente i rischi legati ai cicloni tropicali in regioni di più alta latitudine”, scrive Walsh. I modelli climatici hanno avuto finora difficoltà a percepire questa tendenza identificata nello studio, aggiunge lo studioso. Se le emissioni di gas serra continueranno a salire, avvertono, l’espansione dei tropici ha il potenziale di spingere i sub tropici aridi molto più lontano dai poli. “Il rischio è che entro la fine del secolo – conclude Walsh – il cambiamento di clima potrà essere come passare da Roma a Londra, o da Brisbane a Sydney”.