Domani martedì 17 luglio alcune sigle sindacali dell’Aias hanno promosso una manifestazione prima davanti al Consiglio Regionale e poi davanti all’assessorato regionale alla sanità, ma dalle organizzazioni sindacali più rappresentative non c’è stata alcuna adesione e da alcune ore gira un documento in cui i lavoratori Aias si dissociano dalla manifestazione di domani.

“Noi lavoriamo all’Aias e non andremo alla manifestazione del 17 luglio”, affermano in una nota i lavoratori “non andremo perché è stata organizzata da sigle sindacali che non ci rappresentano e da un manipolo di dipendenti che rappresentano la sola azienda”, …” siamo stanchi e stufi di farci manipolare ancora, dopo tanti anni, per perorare cause infondate e idee che non ci appartengono e che riteniamo siano terribilmente sbagliate, è organizzata contro la Regione e l’Ats che hanno la sola colpa di voler fare rispettare quelle regole che tutti gli altri enti erogatori privati e convenzionati, a parte l’Aias, rispettano”, affermano gli aderenti all’appello

“I Presidenti della Regione Sardegna e i tanti Assessori alla Sanità che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni, sia che fossero del centrodestra o del centrosinistra, non hanno mai ritenuto che quei crediti vantati dall’Aias (39 milioni), fossero dovuti e quindi esigibili,  in 30 anni nessun giudice e nessun tribunale ha mai ritenuto sentenziare che quei 39 milioni fossero esigibilIi”…”Detto ciò, non biasimeremo i nostri colleghi che andranno alla manifestazione, è bello che ognuno possa esprimere civilmente le “proprie idee”.

“Tra i presenti ci saranno i tanti precari (che hanno il terrore di non vedersi rinnovare il contratto una volta scaduto), come non capirli, ci saranno anche un bel numero di operatori del centro di Cagliari di viale Poetto che essendo in contatto giornaliero con i dirigenti, si troveranno davanti ad una difficoltà oggettiva a tirarsi indietro”, incalza la nota.

“Cari colleghi, noi non vi giudicheremo e non vi biasimeremo, vi chiediamo però e lo facciamo in modo particolare ad alcuni di voi (quei pochi che sono entrati a far parte di questa o di quella organizzazione in tempi “più che sospetti”), un rispetto maggiore, vi chiediamo, capendo bene la “vostra” situazione, di essere leali e sinceri con chi non abbraccia la “vostra” scelta e le “vostre” idee, vi chiediamo in futuro di astenervi dal dare giudizi “su di noi” (che non ci saremo), come alcuni di voi hanno scritto o detto in questi ultimi giorni”, prosegue la lettera aperta.

“È inopportuno e fuorviante e può apparire come un modo per accattivarsi l’opinione pubblica che non conosce affatto la realtà delle cose, oltre che il parere favorevole e personale dell’azienda, la realtà è una sola: la conosciamo molto bene noi così come la conoscete voi, non prendiamoci in giro. Ergo, continuate serenamente a fare ciò che ritenete “giusto” come noi continueremo a percorrere la strada che moralmente ed eticamente riteniamo più giusta per difendere i nostri diritti e quelli di tutti i lavoratori”, conclude la nota a firma dei dipendenti dell’Aias e della Fondazione Randazzo.