“Oggi all’Università di Cagliari si è consumato un fatto gravissimo. La Rettrice ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, per lo sgombero di un locale che era stato occupato dal Collettivo autonomo degli studenti universitari per adibirlo a centro studi autogestito” Così in un comunicato la Federazione del sociale Usb, che ha espresso dure parole verso Maria Del Zompo, Magnifica rettrice dell’Università di Cagliari.
“Si tratta –continua la nota – da quel che ci risulta, di un locale inutilizzato fino a l’altro giorno. Gli studenti, rei di avere pulito e riempito di libri uno “sgabuzzino” per metterlo a disposizione di tutti, organizzando incontri dibattiti e cineforum, a partire dalle prime ore del mattino sono stati sollecitati dalla Rettrice, coadiuvata dalle forze dell’ordine, a sgomberare i locali. L’intervento di polizia e carabinieri in un Ateneo non è mai un fatto da prendere alla leggera. Anzi tutto perché le questioni politiche richiedono soluzioni politiche, volontà e capacità di mediazione, e non si delegano alle forze dell’ordine. Una decisione che evidentemente chiude ogni possibile spazio di mediazione politica, oltre che mettere in discussione le condizioni minime per pensare – e praticare – una Università democratica non appiattita, o peggio ancora integralmente sussunta, alle logiche di valorizzazione capitalistica che rimandano ad una concezione del sapere più orientata al “consumo” (lo studente/utente è in fondo solo un altro modo per dire studente consumatore) che alla formazione di un sapere libero e critico. Se ad ogni piccola manifestazione di dissenso o di conflitto si risponde col codice penale, con l’evocazione feticistica dello stato di diritto, del “rispetto delle regole”, allora non possiamo più considerare i fatti di oggi come qualcosa che riguardi i soli studenti impegnati nella sperimentazione di un centro studi autogestito ma coinvolge, al contrario, tutti coloro che si ostinano a coltivare un pensiero democratico aperto al pluralismo e al dissenso”.
“Come Organizzazione sindacale – conclude il sindacato – non possiamo esimerci dall’esprimere il nostro sdegno per le modalità con le quali la Rettrice pretende di mettere fine ad una esperienza di autogestione universitaria. Non si tratta, quindi, di manifestare una sorta pregiudizio ideologico libertario, al quale non siamo di certo avvezzi, ma di sottolineare come l’istituzione universitaria si dimostri incapace a ricondurre dialetticamente nell’alveo della propria governance ogni possibile eccedenza conflittuale”.
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