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No al piano di risanamento acustico che il Consiglio comunale di Cagliari dovrebbe esaminare entro la fine dell’anno. Dopo aver letto alcuni stralci, gli operatori sono già sul piede di guerra. “Se venisse approvato i posti di lavoro a rischio sarebbero circa duemila”, spiega il presidente provinciale vicario di Confesercenti, Lele Frongia, che con Stefano Mameli di Confcommercio, Stefano Lai di Cascom, e l’amministrativista Nicola Ibba dello studio Giua Marassi, ha manifestato le perplessità rispetto al programma per ridurre le emissioni nel centro storico. Il piano, dice Ibba, “prevede la riduzione dell’orario di occupazione del suolo pubblico, ma anche la limitazione del numero di persone”.

In pratica, il ritiro dei tavolini dei locali dopo l’1 e una sorta di numero chiuso nei posti all’aperto collegati ai locali. “L’articolo 2 del regolamento sull’utilizzo del suolo pubblico recita che la volontà dell’amministrazione è quella di accogliere e creare i presupposti perché Cagliari diventi più accogliente dal punto di vista turistico e dei servizi – fa notare Mameli – e il piano di risanamento acustico andrebbe a demolire quanto previsto nel regolamento”. Secondo Lai, “se Cagliari vuole diventare una città turistica, chiudere prima gli esercizi significa farli scappare e perdere posti di lavoro”.

“Già da mesi le associazioni hanno chiesto al Comune di poter prendere visione e acquisire copia del piano per poter presentare osservazioni – riprende l’avvocato Ibba – siamo nella fase di partecipazione e ascolto ed è fondamentale ora avere un dialogo. Quando avremo copia della documentazione tecnica ci sarà possibile presentare contro osservazioni. In questa fase c’è un dialogo proficuo tra le parti affinché tutti gli operatori possano essere sentiti”. Infine, “ci auguriamo che nelle prossime settimane questo dialogo verrà avviato e che l’amministrazione esamini le osservazioni prima di adottare il piano”.