Gestione rifiuti navali e portuali, al via il progetto europeo Impatti-No. La prima fase dell’iniziativa si sta sviluppando in questi giorni a Bastia, in Corsica. Il piano, capofila l’Università di Cagliari con il Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità delle Università di Cagliari e Sassari), avrà una durata di 36 mesi e un budget complessivo di quasi due milioni di euro.
Obiettivo: migliorare la gestione dei rifiuti prodotti nei porti grazie all’attuazione di piani d’aziona pilota per lo smaltimento, compreso quello delle acque reflue. I porti dovranno ispirarsi a un modello di economia circolare. In questo senso – spiega il coordinatore Paolo Fadda – l’approccio di Impatti-No deve considerare lo “spreco” come una risorsa che permane nel sistema economico, riutilizzata in nuovi contesti: la valorizzazione economica dei rifiuti, i materiali trattati e reinseriti sul mercato come nuovo prodotto. Impatti-No punta alla crescita sostenibile attraverso la promozione di forme congiunte di raccolta e di trasformazione dei rifiuti nei porti.
I temi chiave? Identificare le migliori tecnologie di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue nelle aree portuali, sviluppare nuove opportunità economiche derivanti dal trattamento dei rifiuti, aumentare lo scambio di informazioni sul trattamento dei rifiuti attraverso la creazione di una rete di porti. Le attività saranno svolte congiuntamente con i partner diretti del progetto e l’associazione di organizzazioni, comunità e strutture responsabili di problemi identici. In sintesi – aggiunge il responsabile scientifico Gianfranco Fancello – il progetto punta alla crescita sostenibile attraverso la promozione di forme congiunte di raccolta e trasformazione dei rifiuti nei porti”.