La Confederazione Sindacale Sarda (CSS), per la prima volta presente nell’Aias e nella Fondazione S. Randazzo della Sardegna con la costituzione della rappresentanza sindacale aziendale, lancia un appello all’assessorato della Sanità perché renda “esigibili i crediti nei confronti delle due strutture, superando le attuali inaccettabili resistenze”, permettendo di pagare così gli stipendi dei dipendenti. Contestualmente sollecita una proroga almeno al 31 dicembre 2018 delle convenzioni in essere.
“E’ nostra convinzione che l’indebolimento dell’Azienda è dovuta alla elevata entità del credito che essa vanta nei confronti della Regione Sardegna che non paga da diversi anni gran parte delle prestazioni sanitarie dovute – sostiene la Css – Il credito è consistente ed è pari a oltre cinque milioni per le quote sociali in capo ai comuni; mentre è di 6,9 milioni per le prestazioni sanitarie effettuate in capo all’Ats e di circa mezzo milione per le spese di trasporto, questi soldi servono immediatamente per evitare il serio rischio del blocco totale delle attività. Vi è inoltre – spiega il sindacato – il contenzioso nei confronti delle vecchie Asl che ammonta a oltre 39 milioni di euro di cui si sta in parte occupando il tribunale amministrativo e anche l’autorità giudiziaria che ha emesso i relativi decreti ingiuntivi a cui la Regione oppone resistenza immotivata”.
Infine la Css chiede che “i tavoli tecnici annunciati per effettuare una ricognizione dello stato dei debiti/crediti fra Regione e Aias relativamente al pregresso non siano rinviati nel tempo, mentre occorre una parola definitiva sulla certezza dei fondi di bilancio”.