La Sardegna è stata negli ultimi tre anni, dai tempi del “Movimento delle valigie”, la capitale della protesta contro i trasferimenti dei docenti lontano da casa. E ora incassa una prima vittoria. Parziale, perché valida solo un anno, ma importante: quasi un centinaio di insegnanti fuori sede, mandati anche a Sestri Levante, Varese, Ostia e Civitavecchia, potranno tornare vicino alle loro famiglie.

Sindacati e Miur hanno firmato l’accordo sulle assegnazioni provvisorie: chi ha almeno dodici mesi di esperienza nel sostegno può, anche senza specializzazione, essere assegnato a una scuola della propria Regione o della propria Provincia. Un passo avanti rispetto all’anno scorso: il Governo non aveva voluto concedere deroghe e gli insegnanti erano stati costretti o a partire o a rimanere a casa. ma senza stipendio (aspettativa non retribuita) o con i compensi ridotti al minimo (congedo parentale).

L’accordo consentirà anche di impiegare sul sostegno docenti di ruolo. Su questo punto molte controversie sono finite in tribunale: la scorsa settimana un docente, grazie all’iniziativa della Uil, si è visto riconoscere in via definitiva il diritto a tornare a casa (era stato trasferito a Pisa) per insegnare sul sostegno. Una precedente sentenza gli aveva consentito nei mesi scorsi di lasciare subito l’incarico in Toscana. Il limite dell’attuale accordo, rispetto a quello di due anni fa, è che autorizza al rientro solo chi ha almeno un anno di esperienza: nel 2016 la possibilità di poter usufruire delle assegnazioni su sostegno era stata garantita a tutti.

La Buona scuola del governo Renzi che viene pian piano smontata: è il secondo passo indietro dopo l’abolizione della chiamata diretta. Ma per il sostegno il problema rimane: troppo pochi, rispetto alle esigenze, i docenti preparati e specializzati per affrontare le disabilità in classe. Le università sarde hanno sfornato da poco circa trecento insegnanti ad hoc. Ma ne servono molti di più. E quest’anno non ci sono stati bandi per i corsi di preparazione. Una vittoria, quella del temporaneo ritorno a casa, ottenuta anche grazie alle proteste del gruppo docenti sardo.