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Giornata di mobilitazione nei territori, domani in Sardegna, in difesa della sanità pubblica e contro il riordino della rete ospedaliera targata Arru-Moirano. La protesta torna nei comuni più colpiti dalla riforma e questa volta con un coordinamento sincronizzato che vedrà scendere in piazza contemporaneamente e alla stessa ora sindaci e cittadini di Sorgono, Iglesias, Muravera e Isili, ma anche consiglieri regionali e parlamentari.

A chiamarli a raccolta è la Rete sarda in difesa della sanità pubblica, già protagonista delle battaglie di questi ultimi mesi. Il ritrovo per tutti è alle 9.30: a Sorgono davanti al liceo scientifico, a Iglesias di fronte al Cto, a Muravera in viale Rinascita e a Isili in piazza San Giuseppe. Non solo sit-in e cortei: la Rete ha deciso di chiedere la più ampia adesione per affiggere mille manifesti giganti con la scritta “Difendi i nostri ospedali” nei punti strategici dei centri dove la riforma sanitaria va ad incidere con tagli e riorganizzazioni.

“E’ arrivato di nuovo il momento di dare voce ai territori – spiega Gigi Pisci, portavoce del Comitato di Isili e componente della Rete sarda – I risultati seppur parziali ottenuti in Consiglio regionale per riequilibrare le storture della riforma rischiano di venere meno a causa dell’applicazione di un modello organizzativo voluto dall’Ats e dall’assessorato alla Sanità che di fatto punta a smantellare i presidi sanitari nei piccoli comuni, svuotandoli di servizi, competenze e personale. Le deroghe concesse dall’Aula ai piccoli ospedali, anche se insufficienti, devono essere confermate: ne va del diritto alla salute di tutti i sardi. Soprattutto di quelli più colpiti dallo spopolamento, che è una colpa – chiarisce Pisci – che non può ricadere sul cittadino e che la politica non può e non deve gestire con cinismo”.