buoncammino-fi-and-ldquo-scippo-alla-citt-and-agrave-and-rdquo

“Adesso avrò più tempo per dedicarmi al pugilato, sono presidente della Federazione pugilistica Sardegna”. Scherza al telefono con Gianfranco Pala, 60 anni, storico direttore del carcere Buoncammino di Cagliari e poi alla guida del nuovo istituto di Uta. Dal 9 aprile scorso è andato in pensione, lasciando il posto alla direzione del penitenziario a Marco Porcu. “È stata una esperienza molto positiva, bellissima, impagabile per tanti aspetti – confessa – Ho conosciuto tante persone, diverse realtà e situazioni che si possono conoscere solo per chi vive dall’interno i penitenziari. La cosa che mi soddisfa maggiormente è il rapporto con i detenuti e con il personale: quando li incontro per strada tutti mi salutano con affetto”.

La sua umanità e l’equilibrio nell’affrontare i problemi vengono riconosciuti anche dai volontari dell’associazione Socialismo diritti riforme, che da anni collaborano con il carcere. “La storia del nostro sodalizio è legata a quella di Gianfranco Pala – spiega la presidente Maria Grazia Caligaris – Ci ha dato la possibilità di collaborare garantendo da subito i colloqui bisettimanali con le persone private della libertà e favorendo un rapporto di cordiale dialogo e scambio di proposte culturali e sociali per migliorare la vita dei detenuti. In particolare durante gli anni in cui la struttura di viale Buoncammino registrava dei gravi limiti per il sovraffollamento”.

Ed è stato proprio Pala nel novembre 2014 ad occuparsi del trasferimento dei detenuti da Buoncammino a Uta. La sua storia in Sardegna inizia nel 1989 con l’arrivo nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, di cui assume la direzione. Nel 1991 l’incarico forse più impegnativo: dirigere la casa di reclusione dell’Asinara (fino al 1998) dove nel 1992 viene aperta la sezione di massima sicurezza e arrivano personaggi di spicco della criminalità: da Francesco Schiavone a Salvatore Riina, da Leoluca Bagarella a Renato Vallanzasca a Carmelo Musumeci. Pala segue anche la chiusura dell’Asinara, quindi diventa responsabile del penitenziario di Alghero per poi passare alla direzione di Buoncammino.