Si chiama tatuaggio sensorizzato multimodale. Ma in termini più semplici è pelle artificiale, che ha la stessa sensibilità di quella reale. In buona sostanza sente le variazioni di temperature e di forza applicata. Il prototipo è già stato realizzato.

Possibili applicazioni: i tatuaggi sensorizzati potrebbero essere integrati su protesi artificiali per regalare una sensibilità simile a quella di un arto reale. E si viaggia decisamente verso il futuro. Con questo approccio si potrebbero rivestire i robot del domani permettendo di interagire autonomamente con l’ambiente, gli oggetti circostanti e, perché no, gli esseri umani.

Lo stanno studiando i ricercatori dell’Università di Cagliari del dipartimento Ingegneria elettrica elettronica: il lavoro del team di Piero Cosseddu ora è stato pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports/Nature. Gli studiosi si sono occupati dell’utilizzo di queste tecnologie per sviluppare una famiglia di sensori flessibili e ultra-sensibili capaci di rilevare parametri di interesse biomedico. Tra questi, ibridazione del Dna, attività elettrica neuronale e metabolica cellulare.

“Tra i vari campi applicativi esplorati, uno di quelli più affascinanti studiato nei nostri laboratori è quello dei sensori tattili. Stiamo cercando di riprodurre con i nostri dispositivi il comportamento della pelle, obiettivo difficile considerando la straordinaria complessità del più esteso organo del corpo umano. Replicare la nostra pelle e crearne una artificiale – dice il prof. Cosseddu – è un processo che considera varie problematiche. Ci sono vincoli di tipo funzionale, poiché è necessario realizzare dei sensori in grado di rispondere a differenti stimoli, specie meccanici e termici. Una pelle artificiale deve essere in grado di replicare le proprietà meccaniche della pelle umana, e pertanto dovrebbe essere realizzata con materiali flessibili e possibilmente soffici”.

Al lavoro, con Cosseddu, supervisore del lavoro, e Fabrizio Viola, primo autore dell’articolo, anche gli specialisti Andrea Spanu, Pier Carlo Ricci e Annalisa Bonfiglio.