Su Giuseppe Conte non c’è “alcun ripensamento” e con la Lega il M5s è “allineato”. Lo ha ribadito ieri sera Luigi Di Maio, lasciando Montecitorio, al termine di una giornata in cui la candidatura a premier del giurista è apparsa fortemente in bilico, per i dubbi emersi sul suo curriculum e sul nome di Savona per il ministero dell’Economia.
“Il prof Giuseppe Conte rimane il nostro candidato e della Lega”. Danilo Toninelli, capogruppo del M5s al Senato, ai microfoni di ‘6 su Radio 1′ fuga ogni possibile ripensamento sulla designazione del candidato premier, dopo le notizie su presunte irregolarità nel suo curriculum. L’esponente pentastellato ricorda che Conte “ha alle spalle circa 17 milioni di voti, che sono i cittadini italiani che ci hanno votato il 4 marzo, e non sarà certo per una stupidaggine inventata relativa al suo curriculum a cambiare le cose”. “Il Professor Conte – aggiunge – è una brava persona, competente, seria, e penso che sarà un ottimo Presidente del Consiglio di tutti gli italiani”. Sulla possibilità che il presidente della Repubblica possa prendere ulteriore tempo Toninelli precisa: “Mattarella ha incontrato ieri la seconda e la terza carica dello Stato per completare il suo percorso istituzionale. Sono convinto che oggi verrà dato l’incarico e finalmente tra pochi giorni potrà partire questo governo che sarà un governo politico”.
“Il nome resterà questo. Se dovesse cambiare si dovrebbe rivedere un po’ tutto l’equilibrio della squadra di governo e il problema sarebbe molto serio. La Lega ha dovuto rinunciare a molto. Si è stabilito un nome in comune che non poteva essere quello dei due leader. Salvini, per tentare di dare un governo al paese ha rinunciato a fare il leader della coalizione di centrodestra con la quale ha preso più voti rispetto a M5S Siamo partiti da una situazione molto diversa”. Così Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera e vicesegretario della Lega parlando di Giuseppe Conte – indicato al Colle come candidato premier – ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch’io (Rai Radio1)
M5s-Lega al bivio,grana Conte-Savona riapre partita – Sembrava quasi fatta ma ora l’accordo tra Lega e M5s sul candidato premier e sulla squadra di governo sembra di nuovo prendere il largo. La rincorsa verso l’incarico al candidato giallo-verde e a seguire la delicata architettura di pesi e contrappesi tra le due forze politiche inizia a scricchiolare sotto il peso di due macigni: il fardello del candidato al Tesoro che vuole Matteo Salvini ma che lascia dubbioso il Colle e il profilo del candidato premier portato da Luigi Di Maio, finito sotto la lente macroscopica del mondo intero mentre rimbalza la polemica, tutta italiana, dell’avversione ai premier ‘tecnici’. Sono i due tasselli che stanno mettendo così a rischio l’impalcatura del nascente governo da far balzare di nuovo all’ordine del giorno il ritorno della tentazione ‘Di Maio Premier’.
Un’opzione che sembra arrivare soprattutto come un warning di avviso ai naviganti. M5s e Lega ostentano tranquillità e pubblicamente vanno dritti per la loro strada. “Nessun veto” è arrivato dal Quirinale sul nome di Paolo Savona e dunque, si va avanti così. A metà giornata ancora non sembrava palesarsi alcun cambio di scenario rispetto alla vigilia. Ma subito dopo, durante un faccia a faccia lontano da occhi e orecchie indiscreti, Di Maio e Salvini hanno dovuto prendere il toro per le corna. Riesaminare il caso Savona e, soprattutto, valutare la tempesta piovuta sul nome di Conte. Con una consapevolezza ben chiara. Se il Colle dovesse mettere il bastone alle ruote del carro di Salvini, allora si rimetterebbe tutto in discussione. Se dovesse arrivare il niet su Savona, allora sarebbe necessario rimettere in discussione il ruolo di Giancarlo Giorgetti e comunque si tratterebbe di ricercare la quadra su due incarichi di peso nel nascituro governo.
Tanto che se si dovesse decidere di ripartire da capo si rischierebbe di ricominciare anche dal nome del premier. Che oggi ha iniziato a scricchiolare sotto il peso di attacchi che nessuno può sapere se sono finiti. I due leader hanno messo sulla scacchiera le loro pedine ma il M5s ha tentato lo scacco matto: attenti, pare dire, che se il candidato del M5s Giuseppe Conte dovesse cadere, allora l’unico candidato in pista non può che essere il Capo politico del M5s. Una ipotesi contro la quale il leader della Lega ha alzato immediatamente la barriera difensiva paventando a Di Maio il rischio che si azzeri proprio tutto andando alle elezioni anticipate. “Figuriamoci, Luigi premier resta sempre la nostra prima opzione. Ma ora si ragiona su Conte, lui è il nostro candidato”, assicura uno della cerchia degli stretti collaboratori del capo politico. Da qui, almeno dal punto di vista formale, la decisione dei due leader di restare fermi ed aspettare le mosse del Presidente della Repubblica. Dovrà essere il Colle a dire No ad un accordo così faticosamente raggiunto dopo due mesi e mezzo di trattative. E fare a quindi muro sui loro candidati. Per ora, assicurano a fine giornata Lega e M5s “il clima è sereno e costruttivo. Si va avanti, al centro della discussione gli ultimi dettagli in attesa della convocazione del presidente Mattarella”.
Intanto da più parti in Europa arriva l’avvertimento a rispettare i vincoli di bilancio. “Proseguono le invasioni di campo. Dopo francesi e tedeschi, oggi è il turno del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn: “Spero che Mattarella non permetta al nuovo governo italiano di distruggere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in Europa“. Confermo: all’estero stiano sereni, agli italiani ci pensiamo noi”, ha scritto Matteo Salvini su Facebook.