E’ stata rinviata al 30 maggio l’apertura del processo in tribunale a Nuoro a carico di 14 persone accusate di vari reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e di armi, ad alcuni episodi di estorsioni, tra cui il progetto di furto della salma di Enzo Ferrari. I difensori degli imputati hanno sollevato alcune questioni preliminari, tra cui l’incompetenza territoriale del collegio dei giudici, presieduto da Giorgio Cannas, a decidere: alcuni di questi reati infatti sarebbero stati commessi a Parma e Padova e non in Sardegna.
Il giudice si è riservato di decidere e ha rinviato la risposta alla prossima udienza. Gli imputati alla sbarra sono: Lucio Baltolu, Gaetano Frio, Enrico Brau, Antonio Francesco Mereu, Danilo Mazoni, Roberto Mezza, Giulio Cesare Mulas, Raffaele Paladini, Paolo Paris, Antonio Francesco Pipere, Francesco Piras, Peppino Puligheddu, Vittorio Scano, Giampiero Serra. Ma la presunta banda sgominata dalla Dda – che spaziava tra la Sardegna e l’Emilia, occupandosi oltre che di traffici di droga anche di armi che sarebbero state sottratte all’Esercito prima della demolizione – era molto più folta.
Di questi, 14 sono quelli sotto processo a Nuoro, mentre altri otto hanno chiuso il procedimento penale con il patteggiamento (pene da 4 anni a 3 mesi), ed in 18 hanno scelto l’abbreviato. Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Gilberto Ganssi, la base dell’organizzazione sarebbe stata Orgosolo (Nuoro) e a capo del sodalizio viene indicato l’orgolese Giovanni Antonio Mereu, noto Caddina, che ha scelto di essere processato con l’abbreviato. Tra i piani dell’organizzazione criminale c’era anche il progetto di rubare la salma del fondatore della Ferrari, sepolta al cimitero di Modena, per poi chiedere il riscatto.