In molte classi delle scuole elementari di Cagliari, Sestu, Quartu, Budoni, Arzana e altri centri oggi niente quiz Invalsi di matematica. È l’effetto dello sciopero-boicottaggio promosso da Cobas in tutta l’isola per protestare contro le prove ministeriale somministrate in tutta Italia per testare le abilità degli studenti. La giornata di protesta è diventata anche un sit in davanti al consiglio regionale con bandiere e striscioni. Alla manifestazione hanno aderito anche Caminera noa, Unione degli studenti e altre associazioni.

“Siamo al quinto sciopero dell’anno scolastico – spiega Nicola Giua, segretario Cobas per la scuola – e la adesione alla protesta con il mancato svolgimento di molte prove testimonia che le famiglie sono con noi. Stiamo parlando di standardizzazione della didattica: stiamo imitando in ritardo i modelli anglosassoni. Ma all’estero stanno già tornando indietro”. Non solo Invalsi. “È una protesta anche contro il dimensionamento scolastico”. E – continua Giua – “contro le riduzioni di organico: il taglio percentuale più ampio di personale Ata è stato proprio in Sardegna”. Una mobilitazione anche per chiedere il sardo a scuola.

“Al momento ci sono zero ore nel curriculum di lingua e storia sarda – dice Cristiano Sabino, portavoce di Caminera noa per il settore scuola – chiediamo alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale di aprire un tavolo per inserire almeno l’insegnamento di una materia in sardo come lingua veicolare come accade già per i Clil in lingua straniera”. Ma c’è una proposta che, spiega Caminera Noa, potrebbe essere applicata già dal prossimo settembre: cartellonistica plurilingue per le indicazioni all’interno della scuola in italiano, sardo, inglese e francese. “A Olbia – osserva Sabino – lo stanno già facendo: non ci vuole molto, basta dare il via libera con una mail”.

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