Mozione trasversale di tutti i gruppi consiliari della Regione questa mattina in Consiglio. Nel mese di giugno del 2012 era stato sgomberato il campo Rom situato nel territorio di Cagliari a ridosso della strada statale 554, con la sistemazione del quasi 160 residenti in strutture idonee.
Questo sgombero si era reso necessario per un duplice motivo: quello di assicurare una sistemazione logistica più civile e adeguata sotto il profilo igienico-sanitario al gruppo etnico, nel quale erano presenti anche donne e una quarantina di bambini e quello di garantire adeguate condizioni di vita e di salute ai cittadini residenti nelle vicinanze del campo, a Mulinu Becciu e Su Planu, vittime troppo spesso dagli effetti nocivi delle combustioni di materiale da discarica operate quotidianamente da alcuni cittadini Rom.
Dopo un iniziale periodo di ‘calma’, l’area sgomberata era stata nuovamente occupata, in particolare da alcune famiglie Rom già allontanate in precedenza, con la ricomparsa di baracche e discariche abusive a cielo aperto. La Procura aveva disposto quindi il sequestro giudiziario dell’area.
Con un avviso di conclusione delle indagini risalente al 29 settembre 2017, la stessa Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio di alcuni cittadini Rom, accusati di diversi reati ambientali, in particolare quello di ‘disastro ambientale’. Ma, nonostante lo sgombero, come continuano a denunciare diverse associazioni e comitati cittadini di Mulinu Becciu e Su Planu, durante la notte e nelle prime ore dell’alba, si verificano ancora roghi e colonne di fumi tossici generati dalla combustione del materiale discarica. I gruppi consiliari della Regione hanno deciso quindi di ‘mettere all’angolo’, attraverso una mozione congiunta, il Presidente della Regione e la Giunta regionale, al fine di bonificare l’area ed evitare che i cittadini Rom continuino a porre in essere condotte lesive dell’ambiente e della salute dei cittadini residenti.
“Siamo circondati da amianto e con questi incendi abbiamo la diossina dentro casa, perciò mi capita spesso di usare anche dentro la mia abitazione una mascherina protettiva. Si tratta di un’emergenza e speriamo che le istituzioni questa volta ci aiutino”, è la denuncia shock di una cittadina che risiede vicino al campo Rom in questione.