Le biblioteche della Città metropolitana di Cagliari a disposizione dei detenuti del carcere di Uta. Con tutti i servizi e le risorse umane per una tempestiva consultazione dei volumi. Per studiare o per leggerli ai bambini. Tutto questo per agevolare il diritto alla lettura e l’accesso all’informazione. Obiettivo: contrastare il rischio di marginalità e favorire il reinserimento nella società. Anche perché questo è il senso della finalità rieducativa della pena sancita dalla Costituzione.
Sono i punti chiave del protocollo d’intesa che istituisce un rapporto di collaborazione organica tra i servizi bibliotecari della Città metropolitana di Cagliari e il servizio di biblioteca all’interno dell’istituto penitenziario. L’accordo – la sigla del patto è in programma martedì 24 – prevede che sarà fornito ai detenuti incaricati e ad altri eventuali operatori il supporto per l’apprendimento di tecniche elementari di catalogazione e di gestione di una biblioteca di base attraverso percorsi formativi su tematiche biblioteconomiche di trattamento dei documenti, quali, ad esempio, timbratura, etichettatura, codici a barre, bande magnetiche, rilevatori, la catalogazione, i servizi interbibliotecari.
La Città metropolitana si impegna inoltre a fornire la propria consulenza tecnica per la realizzazione delle reti locali (LAN) e per la connessione alla rete territoriale (WAN) e il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Un parte specifica dell’accordo è dedicata alla previsione dello studio e alla realizzazione di progetti ad hoc per promuovere la lettura di libri per l’infanzia nell’istituto penitenziario, destinata ai genitori reclusi, quale importante momento di comunicazione ed incontro con i loro bambini.